Perché ieri a Roma è successo tutto quello che è successo
Mercoledì 29 ottobre si sono verificati a Roma gravi scontri fra le forze dell’ordine e un corteo di lavoratori manifestanti, scesi in piazza per protestare contro gli annunciati (e ingenti) tagli di personale da parte del colosso dell’acciaio ThyssenKrupp presso lo stabilimento Ast (Acciai speciali Terni) in Umbria. La manifestazione, che ha avuto inizio di fronte all’ambasciata tedesca della capitale per poi spostarsi verso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si componeva di 200 persone, fra lavoratori e rappresentanti sindacali.
L’origine del problema. Ad inizio ottobre, ThyssenKrupp aveva annunciato un taglio di operai presso lo stabilimento Ast di Terni di circa 540 unità sulle 2.600 totali dell’acciaieria umbra, a fronte di un risparmio, ritenuto necessario dall’industria tedesca, di circa 100 milioni di euro. Una scelta drastica e carica di conseguenze negative per gli operai della fabbrica e per l’intera Umbria (il solo stabilimento di Terni rappresenta il 15 percento del Pil della Regione), tanto grave che in queste settimane il Ministero dello Sviluppo Economico è entrato in gioco fra le due parti per tentare una mediazione, con l’obiettivo di contenere i licenziamenti che ThyssenKrupp si era proposta di attuare. L’ultimo atto di questa complicata trattativa si sarebbe verificato proprio il 29 ottobre, a Roma, con un incontro fra il ministro Guidi e i vertici del colosso teutonico dell’acciaio.
Cos’è successo durante la manifestazione. A fronte di questo incontro fra governo e società, 200 operai dell’acciaieria di Terni sono scesi in piazza, insieme ai rappresentanti sindacali di Fiom, per manifestare il proprio dissenso nei confronti del taglio di personale che appariva ormai inevitabile. Il corteo inizialmente si è stanziato di fronte all’ambasciata tedesca, per chiedere al governo di Berlino un’intercessione per salvare queste centinaia di posti di lavoro; alcuni rappresentanti teutonici hanno incontrato un ristretto gruppo di lavoratori, ma senza giungere ad alcun tipo di mediazione.
I manifestanti hanno così deciso di spostarsi direttamente presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, luogo dove si stava tenendo l’incontro fra governo e alti gradi di ThyssenKrupp. Maurizio Landini, leader nazionale di Fiom, ha chiesto, invano, di poter avere un incontro con il Ministro Guidi; il corteo ha dunque deciso di spostarsi verso la stazione Termini, per occupare lo scalo. In questo tentativo, sono iniziati i tafferugli con le forze dell’ordine, che attraverso dei cordoni volevano impedire ai manifestanti di poter effettivamente occupare la stazione. Sono iniziati così gli scontri diretti: sono stati feriti 4 componenti del corteo e 5 agenti di polizia.
Le reazioni di sindacati e Governo. Dura la reazione degli alti gradi dei sindacati italiani, in particolare dello stesso Landini e di Susanna Camusso, numero uno di Cgil: le accuse sono state mosse innanzitutto contro il Governo, che dietro ad un falso tentativo di mediazione con ThyssenKrupp non si sarebbe realmente opposto agli imminenti licenziamenti, e alle forze dell’ordine, ree di aver caricato i manifestanti senza preavviso né motivo.
Dal canto suo, il governo non si è ancora espresso ufficialmente: si parla di una telefonata fra il Premier Renzi e il Ministro dell’Interno Alfano, atta a fare chiarezza sull’accaduto. Si tiene oggi, 30 ottobre, alle 14.45, l’informativa urgente in Senato dello stesso Alfano sui disordini di ieri. Prevista per le 18.30, invece, l’informativa alla Camera. Per saperne qualcosa di più, quindi, occorre aspettare il tardo pomeriggio. Nel frattempo, Sel e il Movimento 5 Stelle chiedono a gran voce le sue dimissioni: nella giornata di ieri hanno annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti.