il marchio che si sta fondendo con fiat

Ecco chi è la dinastia dei Peugeot Da mugnai a costruttori di auto

Ecco chi è la dinastia dei Peugeot Da mugnai a costruttori di auto
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La Peugeot? Si pensa che sia una macchina. In realtà è una dinastia e ha tre secoli di storia. Il marchio che sta andando a nozze con Fiat è qualcosa di più di una industria automobilistica. In un certo senso è un pezzo di storia della Francia. I Peugeot sono gente che si è sempre data molto da fare. Sono originari della Francia Contea e sono una vera e propria dinastia, dove i nomi si ripetono con il solo cambio dei numeri proprio come nelle dinastie regali. All’inizio ci fu Jean-Pierre I Peugeot che era un semplice mugnaio, ma che ebbe il merito di avviare una serie di mulini in quella terra ricca di acque. I suoi due figli Jean-Pierre II e Jean-Frédéric a intuire che quei mulini potevano essere usati per lavorazioni più redditizie che non la farina e si orientarono alla metallurgia: uno dei mulini divenne la prima fonderia per produrre acciaio. Altri due figli invece avevano scelto di usare l’energia dell’acqua per avviare un’attività tessile. Insomma tutti con l’imprenditoria nel sangue.
Ma è la siderurgia a spuntarla. All’inizio i Peugeot erano noti per le lame di tutte le dimensioni che uscivano dalla loro fabbrica, usate per meccanismi di precisione come gli orologi, ma anche per scopi meno pacifici. È a questo punto che sbuca il leone, rimasto come simbolo dell’attività industriale e che oggi è ancora sulle auto della casa: venne depositato nel 1852.

 

 

I Peugeot erano protestanti convinti e osservanti. Ėmile figlio di Jean-Pierre II, divenne pioniere in materia sociale. Creò un’assicurazione, costruì case per i suoi dipendenti; e aprì anche un ospedale, anche perché gli incidenti sul lavoro, dato il tipo di prodotti fabbricati, erano all’ordine del giorno. La strada verso l’automobile nella storia dei Peugeot partì da biciclette e tricicli: avevano intuito l’importanza della mobilità nel mondo che cambiava. Il salto nelle quattro ruote avvenne per merito e intuizione di Armand, figlio di Ėmile. Nel 1889 aveva fatto costruire un triciclo a vapore: lo presentò all’esposizione universale (quella in cui venne costruita la Tour Eiffel), ma non ottenne grandi consensi. Da lì intuì che il problema era il vapore. Così si orientò sul motore a scoppio che era appena stato messo a punto in Germania da Daimler. Nel gennaio 1891 dalle fabbriche uscì la prima vettura «senza cavalli». Nel senso che i cavalli li aveva nel motore: aveva infatti una potenza di otto cavalli e raggiungeva i 15 km all’ora. Non tutti in famiglia avevano creduto alla novità di Armand: così il cugino Eugéne I preferì straccarsi e buttarsi nel business del caffè, fabbricando macchina per macinare.

 

 

Decisamente aveva imboccato la strada sbagliata. Se ne accorsero i suoi tre figli Pierre I, Robert I e Jules II: contro la volontà del padre aprirono anche loro una piccola fabbrica sotto il marchio di Lion-Peugeot. Producevamo una vetturetta e dopo aver ottenuto qualche successo decisero di fondersi con l’azienda di Armand. La Peugeot, a famiglia riunita, era pronta a iniziare la sua grande galoppata alla conquista del mercato. Dopo di allora di figlio in figlio, i Peugeot sono sempre rimasti nel cuore della grande fabbrica. Roland nel 1976 acquisisce il 90% del capitale del principale concorrente francese, Citroën. Thierry, figlio di Pierre II, nato nel 1964, ha fatto il grande passo di aprirsi ad alleanze accettando di non essere più il primo azionista. A suo fratello Xavier, direttore della produzione fino al 2014, va invece il merito di aver lanciato alcuni modelli che hanno consolidato la posizione di mercato del marchio: in particolare le serie 3008 e 508. Così la saga continua.

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