Piano pandemico non aggiornato, in Procura arrivano i dirigenti del Ministero
Dai magistrati si sono presentate come persone informate sui fatti Francesco Maraglino, direttore dell’ufficio Prevenzione, e Anna Caraglia, segretaria del dipartimento
Dopo Giuseppe Ruocco, uno dei dirigenti chiave del Ministero della Salute, oggi (martedì 19 gennaio) a presentarsi in Procura come persone informate sui fatti sono Francesco Maraglino, direttore dell’ufficio Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale, e Anna Caraglia, responsabile affari generali e segreteria tecnico-amministrativa del dipartimento di Prevenzione.
Prosegue l’inchiesta per epidemia colposa condotta dai magistrati bergamaschi, che ora puntano a chiarire definitivamente la questione relativa al mancato aggiornamento dei piani pandemici influenzali italiani. Secondo quanto emerso dall’audizione di ieri con Ruocco, il piano italiano in vigore era quello del 2006, senza aggiornamenti.
«Quello che sarebbe emerso dall’audizione di Giuseppe Ruocco conferma ciò che abbiamo sostenuto per mesi interi – ha commentato il comitato Noi Denunceremo, che riunisce i familiari delle vittime del Covid -. Disponevamo di un piano pandemico inadeguato ed obsoleto, nonostante le richieste di aggiornamento dello stesso da parte di Comunità Europea e Oms. Verità scomode che stanno piano piano venendo a galla, e che faremo di tutto per far sì che vengano sottoposte agli organi giudiziari e che si possa giungere alla verità per i nostri morti. Il comitato, dall'apertura delle indagini, ha sempre supportato e sempre continuerà a supportare il gravoso lavoro che la Procura sta svolgendo da mesi per accertare la verità».
Secondo sarebbe però competenza del dipartimento di Prevenzione del Ministero l’aggiornamento dei piani che dovrebbero consentire al Paese di affrontare eventuali epidemie. Negli uffici di piazza Dante, come avvenuto ieri, si è presentato anche il virologo Andrea Crisanti, nominato dai pubblici ministeri come consulente. Andrea Crisanti è al lavoro per preparare una relazione tecnica (servirà ancora una trentina di giorni) utile a chiarire quale sarebbe stato l’impatto del Covid sul nostro Paese se l’Italia avesse avuto a disposizione un piano pandemico aggiornato secondo le ultime linee guida dell’Oms.