Piano vaccini, Regione Lombardia ha chiesto all'Ats di Bergamo alcune integrazioni
Nel documento era assente la parte relativa alla medicina territoriale. L'Agenzia ha già ha inviato l'integrazione, mancava l'intesa con i Comuni sugli spazi aggiuntivi per la somministrazione delle dosi
I medici e gli scienziati lo dicono da tempo: il vaccino antinfluenzale sarà l’arma in più nella lotta al Covid questo autunno. Vaccinarsi contro l’influenza sarà fondamentale per distinguere i sintomi da coronavirus da quelli influenzali.
L’obiettivo di Regione Lombardia è di aumentare la copertura alle categorie considerate più a rischio e di allargare la platea della popolazione (si spera fino all’80 per cento del totale), anticipando a 60 anni il diritto alla vaccinazione antinfluenzale gratuita invece che dai 65, come previsto fino al 2019. Per raggiungerlo, si è messa al lavoro iniziando a raccogliere i piani per la prossima campagna di vaccinazione antinfluenzale dalle Ats del territorio ma, come riporta L'Eco di Bergamo, pare che quello redatto a Bergamo sia stato valutato come incompleto e poco dettagliato, ragion per cui sarebbero necessarie alcune modifiche.
In particolare, il documento avrebbe allegato le ipotesi di lavoro delle tre Asst a cui spetterebbe la gestione delle somministrazioni del vaccino, ma mancherebbe la parte relativa al numero delle vaccinazioni coperte dai medici di medicina generale. A Bergamo si stima che siano proprio i medici di base a effettuare circa il 90 per cento delle vaccinazioni.
Nessuna bocciatura quindi, ma servirebbe una messa a punto della macchina organizzativa. Il direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi, ha fatto sapere che, dopo la prima bozza del piano, è stata inviata l’integrazione contenete la parte relativa all’organizzazione territoriale. Il nodo da sciogliere era, nella previsione di un afflusso di utenti decisamente più alto che in passato, l’individuazione di spazi aggiuntivi dove poter effettuare le vaccinazioni. L’Ats ha ricevuto l’ok dai Comuni che metteranno a disposizione palestre, scuole e altri spazi pubblici, mentre la Curia si è detta disponibile a concedere oratori e case parrocchiali nel caso in cui la gestione dei flussi diventasse critica. Il prossimo passaggio sarà quello di un ulteriore confronto con i medici, previsto per mercoledì 5 agosto.