Picco di contagi in Bergamasca, sono 2.114 dal 15 al 21 dicembre: i dati Comune per Comune
L'incidenza settimanale è salita fino a 188 nuovi casi ogni 100 mila bergamaschi rispetto ai precedenti 107. Ats: «Incremento importante»
Si fa sempre maggiore la pressione esercitata dalla quarta ondata da Covid, anche in Bergamasca. In particolare, dal 15 al 21 dicembre, l’incidenza settimanale dei contagi è salita fino a raggiungere la soglia dei 188 nuovi casi ogni 100 mila bergamaschi, contro i 107 positivi della settimana precedente. Quest’ultimo dato «ha subito un importante incremento – sottolinea l’Ats di Bergamo -, confermando la crescita già rilevata della curva epidemica».
Nello stesso periodo, secondo il monitoraggio eseguito dall’Agenzia di tutela della salute, in provincia di Bergamo si sono contate 2.114 positività, ossia 909 in più rispetto a quelle conteggiate nella precedente analisi. Una crescita su base settimanale pari al 75,4 per cento.
Il numero di Comuni in cui negli ultimi sette giorni non si sono accertati nuovi positivi è ulteriormente sceso, passando da 74 agli attuali 53 (il 21,8 per cento delle amministrazioni provinciali.
I territori con tassi di incidenza più elevati risultano essere gli Ambiti di Valle Imagna e Villa d'Almè (273 casi incidenti ogni 100 mila abitanti), della Val Brembana (236 casi) e Bergamo (227 casi). Gli Ambiti con l’incidenza più bassa sono invece quelli di Monte Bronzone-Basso Sebino (80 nuovi casi ogni 100 mila abitanti), Romano di Lombardia (126 casi), Seriate e Dalmine (rispettivamente 162 e 165 casi).
I Comuni di Gorno, Sedrina e Val Brembilla, segnalati come “critici” la scorsa settimana, a detta dell’Ats presentano una situazione epidemiologica in fase di rientro. Fa eccezione Grumello del Monte, dove si registra un ulteriore incremento dei contagi e, di conseguenza, dell’incidenza, balzata da 590 a 630 positivi ogni 100 mila residenti negli ultimi sette giorni.
L’importanza della vaccinazione
L’Ats di Bergamo, inoltre, sottolinea che anche a livello locale, tra le persone non vaccinate i livelli di positività al Covid siano ben superiori rispetto a quelli registrati tra i vaccinati.
«Una più elevata copertura vaccinale in tutte le fasce di età, anche in quella dai 5 agli 11 anni – aggiunge l’Ats -, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto dell’epidemia, sostenuta da varianti emergenti. Nelle persone vaccinate con ciclo completo (più l’eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, l’incidenza di contagio si riduce per una quota tra il 65,5 e il 76,1 per cento, e soprattutto la malattia grave per una quota tra l’82,9 e il 93,3 per cento per i ricoveri ordinari e tra l’89,9 e il 97,1 per cento per le terapie intensive, mentre i decessi per una quota tra il 78,9 e il 96,7 per cento».
L’efficacia delle vaccinazioni sugli esiti più gravi
Uno studio preliminare di confronto tra novembre e dicembre del 2020 con gli stessi mesi del 2021, effettuato dal servizio di epidemiologia dell’Ats, evidenzia come, pur a fronte dell’evidente incremento della curva epidemica anche a livello provinciale «la vaccinazione abbia protetto dagli esiti più gravi, in particolare i ricoveri, la popolazione – si legge in una nota -. A titolo di sintesi emerge come nel 2020 ogni 100 casi positivi dessero luogo a 15 ricoveri, mentre nell’attuale periodo di osservazione, si osservano ogni 100 casi positivi solo 7 ricoveri di cui, tra l’altro, la quota di no-vax oscilla tra il 75 e l’80 per cento».