Il mondo è dei giovani

Piccole Greta Thunberg crescono Mi sono preso due multe gentili

Piccole Greta Thunberg crescono Mi sono preso due multe gentili
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Da lontano si vedevano sul parabrezza quei due foglietti dall'aspetto un po’ troppo giocoso per essere una multa. L’auto era parcheggiata come sempre, in una posizione indolore ma non lecita. La piazza è grande, il parcheggio dietro al supermercato sempre pieno e quindi ogni mattina ci si arrangia... Milano è così: città moderna, affascinante, ma con i vizi di tutte le altre città. Torniamo a quei due fogliettini sul parabrezza: man mano che mi avvicinavo mi incuriosivano sempre di più. Oltretutto la luce di una sera stupenda li faceva spiccare ancora di più. Quando li ho presi in mano, la sorpresa: erano sì due multe, non una. Ma due multe gentili. Due avvertimenti: fogliettini ben curati, con al centro a collage su carta gialla tipo assorbente, un sole dal volto un po’ intristito. Sopra, ben visibile la scritta ben visibile, ma in caratteri allegri: “multa”. Sotto due firme, una per ciascun avvertimento: Loris e Yassine. Ci è voluto poco per capire chi erano i protagonisti di quel gesto: i bambini del Piedibus che avevano trovato la mia macchina sulla strada del ritorno da scuola. Lunedì era il primo giorno di lezioni dopo l’infinito ponte di Pasqua e loro hanno voluto fare una lezione all'automobilista non proprio disciplinato. Questa la storia. Una storia minima che però insegna (per lo meno al sottoscritto “colpevole”) tante cose.

 

 

La prima: che un avvertimento come questo è molto più disincentivante, rispetto ai cattivi comportamenti, di una multa vera e propria. Me ne guarderò bene dal rimettere l’auto in quel posto, d’ora in avanti, non fosse altro che si prova un po’ di vergogna a farsi sorprendere da bambini a tener comportamenti non corretti. In più quei bambini tornando a casa a piedi ci dicono come deve essere la città del futuro: non quella dove i genitori si mettono in terza fila davanti alla scuola, il più vicino possibile al portone, ma quella dove i ragazzini se ne tornano a casa con le loro gambe, insieme e scoprendo la città. Magari anche divertendosi a far qualche lezione ai grandi, come è accaduto.

Il secondo insegnamento: le multe erano due, una firmata da un bambino italiano, l’altra da una sua compagna evidentemente straniera. È la dimostrazione di come la scuola italiana sia stata e continui ad essere una straordinaria palestra di integrazione, dove si condividono i gesti e dove cadono istintivamente tutte le barriere. I diritti degli uni sono anche i diritti degli altri, come quello di poter tornare a casa senza trovare ostacoli “impropri” sulla propria strada. Qui c’è da dare una nota di merito ai maestri che hanno pensato questo gesto, organizzandolo in modo creativo e gentile.

 

 

Infine: è proprio vero che oggi la preoccupazione per un pianeta che rischia di essere prosciugato di risorse sta crescendo nella coscienza dei giovani. È una sensibilità che ha trovato nella figura di Greta la sua icona, ma che è molto più diffusa e profonda di quanto non potessimo sospettare. In questo i bambini e i ragazzi sono più avanti di noi, irriducibili consumatori di energia, capaci di girare per minuti e minuti pur di trovare un parcheggio più vicino alla meta. Quelle due multe gentili ci e mi dicono che il mondo non ci appartiene. Che dobbiamo smettere di pretenderlo di disegnarlo a nostra misura. E, infine, che camminare un po’ fa bene, lasciando l’auto al posto che le spetta.

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