Riassuntino

In politica, in questi ultimi giorni ne sono successe di tutti i colori

In politica, in questi ultimi giorni ne sono successe di tutti i colori
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A quanto pare, la parola della settimana è “scisma”. Sì, perché se Papa Francesco ha dichiarato di non aver paura di un possibile scisma nella Chiesa cattolica, in campo politico, invece, dalle ipotesi si è presto passati ai fatti: prima l’addio dei totiani a Forza Italia, poi quello dei renziani al Partito Democratico. Con conseguenze anche in quel di Bergamo.

Renzi se ne va, i renziani no. In ordine temporale, l’ultimo terremoto politico è stato quello provocato da Matteo Renzi, che dopo aver tramato in quel Transatlantico per favorire la nascita del Governo giallorosso, ha deciso di abbandonare il Pd per fondare un movimento tutto suo, chiamato Italia Viva (tra l’altro slogan utilizzato qualche anno fa da Walter Veltroni proprio per i dem). Ovviamente, la notizia s’è presa tutte le prime pagine dei quotidiani e ha acceso i dibattiti dei talk televisivi (mentre sul web, stando ai dati di Google, se l’è giocata con un’altra scissione, quella di Tommaso Paradiso dai TheGiornalisti, che è un’altra storia ma pur sempre di uno scisma si tratta).

Il Pd bergamasco, fino a qualche tempo fa, pullulava di renziani. Primo fra tutti, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, leopoldiano della prima ora ed ex consulente proprio di Renzi prima di buttarsi lui stesso in politica. Ma, a quanto pare, il primo cittadino ha ora deciso di seguire una sua strada. Dopo aver comunicato via social di non essere d’accordo con la scelta del suo «amico», ha aggiunto: «Il destino del suo progetto dipende da noi. Ogni passo indietro del Pd gli regalerà spazio. Gli voglio bene, ma vorrei evitare di spianargli la via». Insomma, amici sì, ma meglio evitare di farsi fregare la bici. Della stessa opinione anche Niccolò Carretta (prima goriano che renziano, a dirla tutta) e Jacopo Scandella, entrambi consiglieri regionali. In sostanza, quindi, il nuovo progetto politico dell’ex sindaco di Firenze non ha attecchito, per ora, in Bergamasca, che è una delle province dove i dem se la passano meglio per quanto riguarda i rapporti interni dopo un recente passato di scontri.

Sorte e Benigni... cambiano. Ha invece ottenuto maggior successo sotto le Mura di Città Alta lo scisma che ha riguardato Forza Italia: i due giovani parlamentari, nonché ex nomi forti degli azzurri in Bergamasca, Alessandro Sorte e Stefano Benigni (rispettivamente ex coordinatore provinciale e cittadino del partito di Berlusconi) hanno deciso di seguire Giovanni Toti e di entrare a far parte del movimento Cambiamo!. Finalmente, verrebbe da dire: da mesi, infatti, i due non perdevano occasione di criticare i vertici di Forza Italia e così, dopo un lungo tira e molla, quando Toti ha rotto con il Cavaliere, loro gli sono andati dietro. Stando a quanto detto da loro stessi durante la presentazione del movimento tenutasi a Bergamo, «a livello locale saranno circa duecento i consiglieri comunali e una trentina i sindaci che aderiranno a Cambiamo!». Il tempo ci dirà se le cose andranno veramente così. Nel frattempo, in Regione, al momento nessuno degli azzurri ha ancora...

 

Articolo completo a pagina 6 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 26 settembre. In versione digitale, qui.

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