Indagini in corso

Le martellate, il pentimento e i soccorsi inutili: la ricostruzione dell'omicidio di Pedrengo

La vittima è Giuliano Mascheretti, 73 anni, professore di lettere in pensione. La cugina Eliana è in carcere a Bergamo, accusata di omicidio preterintenzionale

Le martellate, il pentimento e i soccorsi inutili: la ricostruzione dell'omicidio di Pedrengo
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È choc a Pedrengo dopo la morte di Giuliano Mascheretti, ucciso domenica sera al culmine di una lite domestica scoppiata con la cugina Eliana, che lo ha colpito con una serie di martellate. La donna, 61 anni, ingegnere in una ditta di Grassobbio, si sarebbe poi pentita del gesto compiuto e avrebbe aiutato l’uomo, 73 anni, professore in pensione di lettere, tamponandogli le ferite e cercando di alleviargli il dolore. Il pensionato ha però perso coscienza ed è stato a quel punto che la sessantunenne ha chiamato i soccorritori del 118 dicendo che suo cugino si era sentito male in casa.

Giuliano aveva chiesto ospitalità alla cugina cinque anni fa (nessuno dei due si era mai sposato), quando, a causa di alcune difficoltà economiche, aveva lasciato la sua abitazione in via Piatti a Bergamo. Sebbene all’esterno la situazione sia sempre parsa rosea, come riporta l’Eco di Bergamo, in realtà la convivenza tra i due aveva presentato fin da subito degli attriti. L’anziano, infatti, era ipovedente e benchè autonomo si muoveva con difficoltà. Negli anni la situazione si sarebbe esasperata, visto che Eliana si è di fatto trovata a prendersi cura del cugino e ad accudirlo. Una coppia conosciuta e stimata in paese, soprattutto Eliana, che nel 2010 aveva ricevuto l'onorificenza al merito della Repubblica in memoria del padre Silvio dal prefetto Camillo Andreana e dall'allora presidente della Provincia Ettore Pirovano.

È probabile che la causa della morte di Giuliano sia dovuta ad una emorragia interna ma i dubbi verranno chiariti dall’autopsia che il pm Emanuele Marchisio ha disposto all’ospedale Papa Giovanni XXIII per la mattinata di domani. La donna, ascoltata nella notte di domenica dai carabinieri e dal magistrato, è stata invece portata in carcere a Bergamo con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Esclusa quindi la volontarietà del gesto, che sarebbe riconducibile a un raptus improvviso: la donna avrebbe colpito sì l’uomo, ma senza l’intento di ucciderlo. La sessantunenne nel frattempo è in attesa di comparire davanti al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di convalida dell’arresto.

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