I primi giorni della nuova Libia Un intervento europeo è vicino
Anno nuovo vita nuova, si dice. E con i primi giorni del nuovo anno anche il consiglio dei ministri del nuovo governo di unità nazionale libico (Gna) si è riunito per la prima volta a Tunisi. Si tratta del governo uscito dall’accordo di Skhirat, raggiunto il 17 dicembre sotto l’egida delle Nazioni Unite. A presiedere la riunione, nella quale si è discusso dei propri meccanismi di funzionamento e dei processi decisionali interni, il premier designato Fayez Serraj.
Come sarà il nuovo governo libico. L’accordo prevede che il Gna libico sia formato, oltre che dal primo ministro Serraj, da un Consiglio presidenziale, formato dal premier, da cinque vice-premier e tre ministri e con la funzione di comando delle forze armate, oltre al Consiglio dei ministri, nel quale siedono altri otto ministri, che svolgeranno le funzioni spettanti a un esecutivo. Il Gna dovrebbe essere affiancato dalla Camera dei Rappresentanti e dal Consiglio di Stato, che ha la funzione di organi consultivo.
Morocco Libya Peace Talks
Morocco Libya Peace Talks
Morocco Libya Peace Talks
Morocco Libya Peace Talks
Molti gli ostacoli. Il 2016 per la Libia potrebbe essere l’anno della compiuta transizione, poiché secondo il piano Onu il Paese è chiamato a stilare la sua nuova costituzione, a elaborare una nuova legge elettorale e a indire elezioni libere. Un compito non facile, soprattutto perché gli ostacoli sono molti: il Paese è tutt’altro che unito e i tentativi fatti finora si sono rivelati fallimentari.
L’incontro con Renzi. Pochi giorni fa, il 28 dicembre, nella sua prima visita europea il premier Serraj aveva incontrato a Roma il suo omologo Matteo Renzi e tra i due pareva fosse nata un’ottima intesa. Renzi, si legge in una nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio, ha espresso al primo ministro libico «piena fiducia nella capacità delle nuove autorità libiche a far fronte alle imminenti sfide a cominciare dalla formazione del governo» e ha aggiunto che «la nuova Libia potrà contare sul deciso sostegno che l'Italia, in coordinamento con la comunità internazionale, intende assicurare per la riabilitazione dei servizi essenziali, la creazione di premesse per lo sviluppo economico e per la stabilizzazione del Paese».
In this Saturday, July 26, 2014 frame grab from video obtained from a freelance journalist traveling with the Misarata brigade, fighters from the Islamist Misarata brigade fire towards Tripoli airport in an attempt to wrest control from a powerful rival militia, in Tripoli, Libya. The battle for control of Tripoli's international airport began two weeks ago when Islamist-led militias - mostly from the western city of Misrata - launched a surprise assault on the airport, under control of rival militias from the western mountain town of Zintan. Heavy clashes in the country’s restive east between Libyan soldiers loyal to a renegade general and Islamist-led militias killed dozens of people including civilians, health officials said Sunday. On Saturday, the U.S. evacuated its diplomats in Tripoli to neighboring Tunisia and shut its embassy. (AP Photo/AP video)
In this Saturday, July 26, 2014 frame grab from video obtained from a freelance journalist traveling with the Misarata brigade, fighters from the Islamist Misarata brigade fire towards Tripoli airport in an attempt to wrest control from a powerful rival militia, in Tripoli, Libya. The battle for control of Tripoli's international airport began two weeks ago when Islamist-led militias - mostly from the western city of Misrata - launched a surprise assault on the airport, under control of rival militias from the western mountain town of Zintan. Heavy clashes in the country’s restive east between Libyan soldiers loyal to a renegade general and Islamist-led militias killed dozens of people including civilians, health officials said Sunday. On Saturday, the U.S. evacuated its diplomats in Tripoli to neighboring Tunisia and shut its embassy. (AP Photo/AP video)
epaselect epa04364577 Smoke fills the sky over Tripoli after fighting between militias of 'Libya Fajr' (Dawn of Libya) and 'Karama' (Dignity) in Tripoli, Libya, 23 August 2014. Rrival militias have been fighting since mid-July in the capital, Tripoli, for control of the city's main airport. The violence in Tripoli and the eastern city of Benghazi has prompted several countries to evacuate their citizens, including diplomats, from Libya. EPA/STR
epa04407587 Syrians within a group of hundreds of refugees wait near the Turkish-Syrian border after fleeing Syria, near Sanliurfa, in the Suruc distric, Turkey, 19 September 2014. The Islamic State (IS) reportedly has seized three more Kurdish territory in northern Syria, taking to 24 the number of villages the militant group has captured in the area in two days, a monitoring group said on 19 September. IS has made territorial gains in northern and eastern Syria over several months, in parallel with lightning offensives that saw it seize parts in northern and western Iraq. USA OUT/UK OUT/CANADA OUT/FRANCE OUT/SWEDEN OUT/IRAQ OUT/JORDAN OUT/KUWAIT OUT/LEBANON OUT/OMAN OUT/QATAR OUT/SAUDI ARABIA OUT/SYRIA OUT/UNITED ARAB EMIRATES OUT/YEMEN OUT/BAHRAIN OUT/EGYPT OUT/LIBYA OUT/ALGERIA OUT/MOROCCO OUT/TUNISIA OUT/AZERBAIJAN OUT/ALBANIA OUT/BOSNIA AND HERZEGOVINA OUT/BULGARIA OUT/CROATIA OUT/KOSOVO OUT/REPUBLIC OF MACEDONIA OUT/MONTENEGRO OUT EPA/YASIN DIKME
Libyan gunman celebrate on the early morning of the second anniversary of the revolution that ousted Moammar Gadhafi, in Benghazi, Libya, Sunday, Feb. 17, 2013. (AP Photo/Mohammad Hannon)
Italia protagonista. Un sostegno che dovrebbe tradursi in lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani, che renderebbe l’Italia protagonista nel percorso di stabilizzazione in Libia, nella ricostruzione del Paese e del suo tessuto economico. Perché l’Italia potrebbe sostenere e addestrare le forze di sicurezza libiche. E poi perché per stessa ammissione del premier Serraj i due Paesi stanno «lavorando per riavviare il Trattato di amicizia e cooperazione» tra Italia e Libia, firmato il 30 agosto del 2008. Un trattato che, sempre secondo Serraj, «aiuterà le nostre riforme economiche e il ritorno degli investimenti stranieri».
Chi si oppone al nuovo governo. Ma se da un lato la formazione di un governo di unità nazionale fa tornare la speranza di pacificazione del Paese, la Libia deve fare i conti con chi questo governo non lo vuole, cioè i movimenti jihadisti. Oggi questi movimenti sono tra loro rivali, ma la costituzione del nuovo governo sotto l’egida dell’Onu potrebbe determinare una loro saldatura, con l’adesione allo Stato Islamico che sembra essere giunto prepotente nell’ex colonia italiana. Inoltre anche il Consiglio degli Ulema libico si è espresso negativamente nei confronti dell’accordo, perché il nuovo governo sarebbe «contrario alla sharia». Il che fa presupporre che la comunità internazionale si possa sentire costretta a intervenire nel breve periodo.
6mila soldati pronti a sbarcare in Libia. Ad alimentare questa ipotesi c’è il quotidiano inglese Mirror, che scrive di un’operazione imminente che complessivamente potrebbe coinvolgere circa 6mila soldati, tra marine americani e truppe europee. Nel dettaglio si parla di un migliaio di soldati inglesi, tra cui 200 operatori della SAS, in procinto di sbarcare in Libia. A capo di tutto ci sarebbe l’Italia, anche se «il contingente sarà in prevalenza formato da soldati inglesi, francesi ed americani», che combatteranno a fianco delle truppe lealiste per arginare la presenza dell’Isis. Dalla Difesa Italiana non confermano, ma, in una recente intervista al quotidiano il Mattino, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha precisato che l’ipotesi di raid aerei italiani per colpire le basi dell’Isis a Sirte è al momento da escludere.