Prince, morto in stazione e il difficile reinserimento di chi vive in strada
Il 56enne di origini ghanesi è deceduto ieri mattina, mercoledì 3 marzo: la sua vita difficile e l'attività dei volontari
Si chiamava Anim Prince Kwaku il ghanese di 56 anni che ieri mattina, mercoledì 3 marzo, a seguito di un malore, è deceduto alla stazione dei treni di Bergamo. Viveva in strada già da molti anni e tutti lo chiamavano semplicemente Prince. La sala d'attesa della stazione il suo rifugio per la notte, di solito si ranicchiava in un angolo con alcune coperte per difendersi dal freddo. Aveva fatto così anche martedì sera, ma verso le 6.30 del giorno dopo si era sentito male ed aveva chiesto aiuto ad un addetto alle pulizie, Elfar Ebrahim, che ha allertato il 112. All'inizio secondo lui non sembrava grave, ma ad un certo punto invece aveva perso conoscenza e quando i soccorsi sono arrivati era già troppo tardi.
In Italia come immigrato regolare da circa vent'anni, Prince era originario del Ghana, da cui era partito in cerca di fortuna lasciando la sua famiglia. Era riuscito a trovare un lavoro come operaio, ma poi aveva perso il posto ed anche quel poco che aveva. In seguito non aveva dovuto solo affrontare le difficoltà del vivere per strada, ma anche i problemi legati alla sua dipendenza dall'alcol. Problemi che comunque non gli avevano mai impedito di essere gentile con tutti, compresi i volontari del Servizio Esodo e dei City Angels, che lo conoscevano bene già da anni. Avevano tentato più volte di aiutarlo, ma pur convincendolo qualche volta a rimanere la sera nei dormitori cittadini non erano mai riusciti ad avviarlo ad un percorso di recupero. Ogni tanto chiedeva qualche moneta per telefonare ai figli in Ghana, oltre che qualche indumento da mandare loro. Adesso le autorità stanno cercando di contattare lì qualche familiare, finora senza successo.
La triste vicenda di Prince si accompagna a quella di molti altri disperati che i volontari di diverse associazioni cercano di aiutare ogni giorno, nonostante le difficoltà legate alla loro situazione e molte volte alla dipendenza da alcol e droghe. Tra gli enti c'è il Servizio Esodo, fondato nel 1990 da don Fausto Resmini del Patronato San Vincenzo con il compito di aiutare chi vive per strada, senza alcun pregiudizio o selezione delle persone da aiutare. L'associazione non era venuta meno al suo impegno nemmeno durante il lockdown, nemmeno quando purtroppo don Resmini a marzo scorso è morto in terapia intensiva a Como, stroncato dal Covid. Un impegno che è continuato nonostante tutto e che a volte emerge con più forza a seguito di tragedie come quella di Prince.