I profumi del Parco di Montevecchia danno vita al primo gin della Brianza
In Brianza, a La Valletta, è nato un nuovo gin. Il primo in assoluto nella storia della zona, realizzato interamente con botaniche del Parco di Montevecchia e nato dall’intuizione di tre attori che vivono costantemente il territorio. Ovvero Claudia Crippa, produttrice di vini dell’azienda agricola La Costa oltre che ambasciatrice del consorzio Terre Lariane, Davide Marelli e Luca Bennato, giovani enologi e motore propulsore di questo interessante progetto. È a loro che nel 2016 è venuta l’intuizione di lanciarsi nell’avventura della produzione di gin, realizzando un prodotto di assoluta eccellenza, composto da erbe ed essenze raccolte proprio a ridosso delle vigne, nel cuore del Parco di Montevecchia. «Già all’epoca la moda del gin iniziava a prendere piede - hanno raccontato Davide, 25 anni, di Mariano Comense e Luca, 53 anni, di Meda ma originario di Erba - e dal momento che da anni, quotidianamente, viviamo nel Parco della Valle del Curone e ne siamo totalmente innamorati, ci è sembrato del tutto logico provare a realizzarlo sfruttando le botaniche di questo territorio».
Idea al passo coi tempi. Un’idea brillante, che ha trovato terreno fertile in Claudia Crippa e nella sua azienda di famiglia. Una scintilla che ha innescato il motore nella primavera del 2016. «È in quel momento che è iniziato il progetto - hanno continuato i due giovani enologi, Davide nel ruolo di “druido” delle botaniche e Luca in quello di “artista” - Abbiamo iniziato a raccogliere le erbe, a catalogarle, a microdistillarle in piccoli vasetti con dell’alcol... È stato un lavoro lungo e minuzioso, a dare ulteriore propulsione alle nostre idee è stata poi una chiacchierata con Giacomo Mojoli, tra i padri fondatori di Slow Food, che ci ha spinti a valorizzare una botanica in particolare: il rosmarino di Montevecchia».
Ed è così che il nuovo gin, il primo della Brianza meratese, ha preso vita. «Abbiamo scelto di basarci su cinque botaniche specifiche, ben individuabili all’olfatto e al gusto - hanno spiegato gli autori del progetto - Ovvero il legno di abete rosso, le pigne di cipresso, la regina dei prati, il rosmarino di Montevecchia e ovviamente il ginepro. Perché, anche se qualcuno se lo dimentica, senza quello non esisterebbe il gin...». Una scelta precisa, quella di Claudia Crippa, Davide Marelli e Luca Bennato, che hanno voluto distillare in una bottiglia di gin i profumi e i sapori di quello che amano definire «anfiteatro collinare»: il Parco di Montevecchia. «Nel nostro gin abbiamo voluto portare il nostro territorio - hanno ribadito - Che grazie a questa posizione privilegiata gode di un clima caldo e ventilato ma con significative escursioni termiche, condizioni ideali per lo sviluppo di una rigogliosa e ampia biodiversità. In passato, qui, oltre alla viticoltura era diffusa la coltivazione di erbe aromatiche, primo tra tutti il rosmarino, particolarmente apprezzato per l’intensa aromaticità acquisita sui versanti collinari esposti a sud. La sua produzione oggi si sta avviando verso un’importante riscoperta e proprio il rosmarino è il protagonista indiscusso del nostro prodotto».
Un anno e mezzo di lavoro. Dalla prima raccolta delle botaniche alla distillazione vera e propria è passato un anno e mezzo. Un lungo periodo di lavoro, dubbi, ripensamenti e soprattutto prove. Concluso sabato 24 marzo, quando all’azienda «La Costa» sono giunte le primissime bottiglie etichettate. Con il marchio Tom Time. «Perché Tom? Non lo diciamo, lasciamo volutamente un alone di mistero... Poi in futuro, forse, lo sveleremo. Diciamo solo che senza Tom, oggi non ci sarebbe questo prodotto». Un’abile strategia di marketing che si innesta nel lancio del nuovo gin, avvenuta lunedì 26, alla presenza di alcuni selezionati operatori del settore. «Ci sono alcuni amici ristoratori che aspettavano questo momento da tempo - hanno spiegato i “padri” di Tom Time - Il nostro gin è un prodotto di eccellenza, sin dal principio ci siamo mossi per arrivare a realizzare un gin di livello “premium”. È un cold compound, alcune botaniche sono infatti distillate, mentre altre solo macerate. Il tutto si fonde in un gin dalla forte aromaticità, nel quale il rosmarino prevale ma che ben si fonde con tutti gli altri elementi».