Provò a derubare un pony pizza a Romano: 43enne condannato a un anno e sei mesi
Si tratta di un operaio nigeriano che, ubriaco, aveva cercato di allontanarsi col veicolo e poi minacciato il giovane
Condannato a un anno e sei mesi, con pena sospesa, I. A. O., 34enne nigeriano che lo scorso 15 ottobre a Romano aveva cercato di rubare il motorino a un pony pizza. Quando si era accorto di non potersi allontanare col veicolo, ubriaco e infuriato, lo aveva danneggiato, mentre il ragazzo si era rifugiato nell'androne di un palazzo. A riportare la vicenda sono i colleghi di PrimaTreviglio.
Il tentativo di furto e le minacce
Il giudice Laura Garufi aveva convalidato l’arresto e disposto la scarcerazione del nigeriano, incensurato e operaio addetto alla manutenzione della autostrade, dopo che durante l’udienza di convalida l’Accusa non aveva chiesto alcuna misura cautelare. Quella sera, una scena incredibile si era parata davanti ad un ignaro cliente di una pizzeria d’asporto che, convinto di aprire la porta per ritirare l'ordinazione, aveva dovuto dar rifugio al diciottenne inseguito dall'imputato.
Una volta sceso dalla moto, infatti, per velocizzare i tempi di consegna aveva lasciato la moto accesa e, percorsi pochi metri con le pizze in mano, aveva suonato al citofono. Nel frattempo, però, era arrivato il 34enne che, accortosi della moto accesa, aveva tentato di rubarla. Il pony pizza però si era accorto del malintenzionato ed aveva reagito prendendo le chiavi, provocando tuttavia la sua ira: il nigeriano aveva infatti reagito male, scaraventando la due ruote a terra e minacciando il giovane, che era stato inseguito. Fortunatamente per lui, il cliente aveva già aperto il portone di casa, così era riuscito a trovare rifugio.
L'arresto e il processo
Immediatamente erano stati allertati i carabinieri di Treviglio, che avevano bloccato il nigeriano, ammanettandolo e dichiarandolo in arresto per tentata rapina. La mattina seguente, in tribunale per la convalida dell’arresto, l’uomo aveva dichiarato di non ricordarsi nulla perché era annebbiato dall’alcol. Tramite il suo difensore, aveva annunciato la volontà di risarcire i danni provocati allo scooter, ma l’imputato non è ancora riuscito a onorare l’impegno.
Proprio per cercare di far fronte a un risarcimento, nell’udienza scorsa il difensore aveva chiesto i termini a difesa e il giudice Garufi aveva rinviato il processo per direttissima al 5 dicembre. Ieri la condanna a un anno e mezzo, con sospensione condizionale della pena e una multa da seicento euro.