Pubblicò il video privato di un prete bergamasco sui social: accusato di diffamazione
All'imprenditore 46enne di Cremona, la Procura ha contestato le aggravanti dell'impiego di mezzo di pubblicazione e la recidiva reiterata
La vicenda del sacerdote allontanatosi a febbraio 2023, dopo l'intervento della Curia, dalle parrocchie della Collina, sembrava chiusa in modo definitivo. Adesso, però, pare si sia aperto un nuovo capitolo nel quale protagonista non è più l'ex arciprete, bensì l'impresario di Cremona di 46 anni che aveva pubblicato foto e video privati ottenuti mentre era in chat con il sacerdote sui social.
L'accusa di diffamazione
La locale Procura, secondo quanto riportato ieri (martedì 6 agosto) da La Provincia di Cremona, nelle due pagine di avviso di conclusione delle indagini preliminari ha accusato l'imprenditore di diffamazione nei confronti del parroco. L'accusato, l'ottobre scorso, aveva reso noto uno scambio di messaggi e una videochiamata su WhatsApp durante la quale il don si era alzato la maglietta strofinandosi il petto.
Il 46enne aveva poi pubblicato il materiale sui social, corredato da commenti sul prete, che per la pm cremonese Chiara Treballi sarebbero stati di natura diffamatoria. Non solo: aveva inviato il tutto anche alla stampa.
Contestazione con aggravanti
Tutto pare sia cominciato quando il sacerdote aveva chiesto l'amicizia all'impresario su Facebook, che aveva pensato - così almeno ha raccontato - lo volesse contattare per i viaggi che la sua agenzia organizza per andare a Roma dal Papa, o per avere informazioni per organizzare eventi in oratorio. Dai messaggi, che a quanto pare diventavano sempre più ambigui, si era poi passati alla videochiamata, nella quale c'è stato il gesto equivoco. Il magistrato, però, nel documento ha specificato come il prete avesse ceduto le foto e i video all'imprenditore affinché rimanessero privati.
Cosa che però non è successa, dato che tra dicembre 2022 e febbraio 2023 il 46enne li ha invece pubblicati a più riprese sul proprio profilo Facebook, senza il consenso dell'altro e aggiungendo dei commenti. Dichiarazioni poi ripostate sulla pagina social "Bergamo Annunci" e in seguito rilanciate da diverse testate giornalistiche locali e nazionali.
Al 46enne cremonese, la Procura contesta di aver commesso il reato di diffamazione con l'aggravante dell'impiego del mezzo di pubblicazione e con recidiva reiterata.