Quando Riccardo Claris è stato accoltellato, la madre dell'aggressore era in strada per placare gli animi
Il raconto di due amici del 26enne ucciso. Le acque si stavano calmando quando De Simone è comparso con il coltello e ha sferrato il colpo

«Il tifo non c'entra nulla», con queste parole due giovani amici di Riccardo Claris, il ragazzo di 26 anni ucciso nella notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio in via dei Ghirardelli a Bergamo, chiudono la loro testimonianza rilasciata a L'Eco di Bergamo e che racconta come la situazione sia precipitata da un momento all'altro.
Secondo il racconto dei due, che oggi testimonieranno ufficialmente ai Carabinieri, in strada c'era anche la mamma di Jacopo De Simone, il ragazzo che poi ha sferrato la coltellata. I giovani spiegano che stavano parlando proprio con la donna, scesa per placare gli animi, quando è avvenuto l'omicidio.
I minuti precedenti
Stando alle ricostruzioni note finora infatti tutto sarebbe iniziato al Reef Cafè di Borgo Santa Caterina, dove De Simone, insieme al fratello gemello, alla fidanzata di questi e un gruppo di amici, avevano fatto partire dei cori a favore dell'Inter, provocando la reazione di un gruppo di Atalantini. Da qui poi i dettagli mancano, ma in linea di massima sembra che i due gemelli e la fidanzata siano stati seguiti sotto casa fino ad arrivare all'epilogo tragico.
Il grido: «Ha una lama!»
Mentre la madre dei due gemelli era scesa a placare gli animi e poi per cercare uno dei due gemelli, rimasto probabilmente indietro con la fidanzata che portava i tacchi, l'altro figlio era salito a prendere un coltello. La donna avrebbe quindi parlato proprio i due testimoni, che raccontano come si sia sentito d'improvviso: «Ha una lama, ha una lama!». Racconta l'amico di Claris: «Riccardo era già a terra, colpito alla schiena. Era accanto a me, questione di centimetri e di secondi e al suo posto potevo esserci io. Ho tentato di tamponargli la ferita alla schiena, ho provato disperatamente a rianimarlo prima che arrivassero i soccorsi. Purtroppo non c'è stato nulla da fare».
L'ammissione
Pe strada resta anche il coltello di ceramica preso da casa e che si è staccato dal manico, per la forza che De Simone ha messo nel colpire. Dopo il fendente, sarebbe tornato in casa e qui lo avrebbe trovato la madre, stando alla ricostruzione del Corriere Bergamo. Notandogli un taglio e vedendolo sporco di sangue la donna gli avrebbe quindi detto di scendere dai Carabinieri.
Poco dopo, il ragazzo li ha raggiunti e si è consegnato alle forze dell'ordine, dicendo «Sono stato io».
arrivare a pedinamenti, aggressioni e addirittura a un omicidio per un litigio per il calcio... che roba da sfigati, non provo empatia per nessuno. Quanto ai genitori dell'assassino, beh, se due figli finiscono per ammazzare gente a distanza di pochissimo tempo, fatevi due domande e datevi due risposte
La dinamica è semplice . Il delinquente ha pugnalato alle spalle la vittima, solo per degli sfottò. Non ci sono attenuanti. ERGASTOLO. E buttate via la chiave. Il caso è chiuso. Ragazzi imparate il rispetto e amare il prossimo come noi stessi. Non siamo bestie, siamo UMANI
Questa abitudine a ottenere dichiarazioni dai testimoni, o tali fatti presumere, prima di essere a verbale degli inquirenti mi sembra deleteria. Come scrivere nel dettaglio modi e tempi e costruzione di alibi di uccisioni che sono tutte efferate. Come scrivere che non era meritata una morte così, da far pensare che un’altra poteva essere accettata.