Cifre da capogiro

Quanto vale tutto il calcio italiano

Quanto vale tutto il calcio italiano
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Quanto vale il calcio italiano? Risposta: «L'11 percento del Pil del calcio mondiale e il 18 percento di quello europeo». Per calcolarlo hanno tirato fuori le carte, le matitine, le calcolatrici, i fogli a quadretti e i righelli, poi si sono messi lì come si faceva a scuola e hanno trovato il modo di sommare tutto: i calciatori (tutti, dai professionisti ai dilettanti, i settori giovanili, calcio a 11, a 5, beach soccer, calcio femminile: insomma tutti), il numero di partite ufficiali, e alla fine è venuto fuori che il calcio italiano fattura 3,7 miliardi di euro. Eh già, una bella cifra. Una sorta di volano dell'economia - come direbbe il Crozza-Montezemolo -, che quelli dello studio Deloitte, con l'apporto del dipartimento delle finanze, la direzione studi del Ministero dell'Economia e l'Istat, hanno calcolato come si deve. I dati si riferiscono al campionato scorso (stagione 2014/2015) e comprendono 1.400.000 partite e altrettanti tesserati.

 

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È la prima volta che matematici, contabili, finanzieri e statistici si mettono lì come bravi alunni per dirci che il calcio, signori, «is business». Bella scoperta, direte voi. Ma sapere che la palla rotolante fa rotolare (in senso buono, eh) anche l'economica europea e mondiale è un bel passo avanti. Ai 3,7 miliardi concorrono i diritti media nella parte del leone (1 miliardo e 161 milioni, il 31,1% del mondo professionistico). Ultimo posto per i ricavi da gare: 297,5 milioni di euro, l'8 percento. Tutto questo (con un po' di fantasia, oooh) l'hanno chiamato: Conto Economico del Calcio Italiano. Peggio di uno scontrino alla cassa. Dice altre cose interessanti. Tipo: i dilettanti (presi a campione) e i settori giovanili mettono insieme 913,3 milioni di euro di fatturato.

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Come sempre, però, l'altra faccia della moneta è ruvida. Il fatturato è alto, top, mentre le perdite sono arcinote: 525,8 milioni di euro è il dato certificato, e dal professionismo arriva quasi tutto il travaso in rosso (519 milioni, il 98,7 percento). Solo la Figc ha portato un netto positivo di 4 milioni. Del resto non c'è da stupirsi: ancora l'anno scorso soltanto 12 società su 86 professionistiche hanno conseguito un risultato economico netto positivo: 7 in Serie A, 3 in Serie B e 2 in Lega Pro. Poche, troppo poche ancora. Ma certo questo Conto Economico rappresenta un «unicum a livello internazionale», ha detto Michele Uva, direttore generale della Figc intervenuto nell'Auletta dei Gruppi alla Camera dei Deputati dove è stato presentato il progetto.

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