Il più forte, il più rispettato

Quanto vale Vale? Un sacco di soldi (da solo muove 100 milioni di euro)

Quanto vale Vale? Un sacco di soldi (da solo muove 100 milioni di euro)
Pubblicato:

Tra le tante voci che si sono alzate nel pre e post gran premio di Valencia, quello del «biscottone» iberico ai danni di Valentino Rossi, ce n’è stata una che, forse, è passata un po’ sottotraccia. Stiamo parlando delle dichiarazioni rilasciate da Alex Zanardi, esperto del mondo dei motori, a Lettera43 il giorno immediatamente successivo al fattaccio di Sepang che ha dato poi il via alla tragedia sportiva consumatasi a Valencia: «Valentino da solo è diventato il catalizzatore di un interesse che la MotoGP senza di lui non avrebbe mai avuto. Chiaramente non si può dire a un ragazzo come Lorenzo, che ha poco più di 25 anni e guadagna milioni per correre ogni anno, di comprendere che la popolarità di cui gode il suo sport, e che indirettamente gli paga lo stipendio, è dovuta in larga misura a Valentino. Lui è l'ultimo dei grandi eroi dello sport. Da solo paga metà dello stipendio a tutti gli altri, non so se è chiaro. Altrimenti io e te, in questo momento, non saremmo qui a fare questa conversazione». Chiaro, no? Solo con la sua presenza in oltre 20 anni di gare motociclistiche professionistiche (aveva 15 anni quando vinse il titolo Sport production nella categoria 125), Vale ha mosso un giro d’affari enorme.

Un ulteriore indizio sul peso specifico di Valentino Rossi nel mondo delle moto è arrivato tre giorni dopo il fattaccio di Sepang, quando la Gazzetta pubblicò un articolo in cui descriveva come «furioso con Marc Marquez» Carmelo Ezpeleta, ceo della Dorna, società che detiene i diritti della MotoGP. Stando alla rosea, il numero 1 del moto-circus era arrabbiato per l’eccessiva aggressività con cui lo spagnolo aveva ostacolato Rossi in una fase decisiva di uno dei Mondiali più belli di sempre. Ma per fare una prova ci vogliono notoriamente tre indizi. Ed eccovi allora servito anche il terzo: nel post gran premio di Valencia, il primo pilota che Ezpeleta è andato a incontrare non è stato il neo campione del mondo Jorge Lorenzo, bensì Valentino Rossi. I due si sono scambiati poche ma precise parole prima dell’incontro di Vale con la stampa, con il 46 giallo che ha dato appuntamento «a più tardi» al superboss. Parole che potete ascoltare in questo video:

 

https://youtu.be/aAG-xfYKiRE

 

Il valore di Rossi nella MotoGP. Tre indizi, una prova. E la prova è quella che dimostra come Valentino Rossi, da solo, valga almeno il 30 percento dell’intero giro d’affari annuale della MotoGP. Lo conferma anche Benny Casadei Lucchi in un articolo per Il Giornale, in cui si fanno un paio di conti: attualmente la Dorna fattura 250 milioni di euro l’anno dal giro d’affari del circus motociclistico e stime (al ribasso) affermano che se Vale lasciasse oggi la MotoGP, sbattendo la porta, si porterebbe via con sé quasi 100 milioni di euro. Il 30 percento circa dell’intero movimento per l’appunto. La verità, dunque, è che Vale vale un sacco e che questo finale di stagione movimentato (eufemismo) ha messo sulla graticola non solo Marquez, Lorenzo, la Honda e la Yamaha, ma l’intero movimento.

La Dorna, infatti, è da anni che si prepara all’addio di Valentino ed è da anni che lavora per fare in modo che ciò avvenga nel modo più “soft” possibile. La data fissata da tempo è quella dell’autunno 2016, poi le probabilità che Rossi resti nel giro sono altissime. Anzi, erano altissime. Perché ora, con il concitato finale di mondiale che è appena andato in scena, Ezpeleta e tutti i vertici Dorna temono che la loro gallina dalle uova d’oro possa decidere di non avere più nulla a che fare con loro. L’ipotesi di un addio anticipato pare definitivamente tramontata, ma nessuno sa quali siano le intenzioni del fuoriclasse di Tavullia una volta messa la moto in garage. E la cosa preoccupa non poco la Dorna. A Valencia, tempio spagnolo del motociclismo, sport in cui la Spagna vanta diversi fortissimi piloti, metà delle tribune erano dipinte di giallo. A Sepang la percentuale saliva ad almeno il 60 percento. Non c’è nessun pilota in grado di attrarre pubblico e sponsor allo stesso livello di Valentino Rossi.

 

Valentino Rossi

 

Tutti vogliono Vale. I grandi sponsor della MotoGP sono assai seccati: la Repsol, che porta ogni anno 12 milioni nelle casse Dorna, ha minacciato l’addio dopo il comportamento tenuto da Vale nel post-sconfitta; la Movistar, che paga invece 5 milioni, ha cancellato i party organizzati e ha minacciato di abbandonare la Yamaha e Jorge Lorenzo. Due società spagnole, le più grandi finanziatrici del circus, che, in un modo o nell’altro, hanno legato il loro futuro in MotoGP a Valentino Rossi. Ma non solo, perché Vale è una calamita unica: Il Giornale rivela che nel paddock di Valencia serpeggiava il malumore in diversi team di Moto2 e Moto3, gruppi che vivono di piccole sponsorizzazioni di «marchi minori che investono piccole cifre ma per un unico scopo: poter avere i pass da dare ai propri fornitori o clienti per venire a vedere Valentino. Non le moto. Capite che senza di lui tutto crollerebbe».

Quando, nel 2010, Rossi fu costretto a saltare tre gran premi in seguito a un infortunio, gli inserzionisti chiesero di rivedere al ribasso i contratti con le televisioni. Sempre Il Giornale riporta anche la testimonianza di Matilde Tomagnini, una vita nel motomondiale ed ex managing director del reparto corse Fiat, che ricorda quando portò a termine la sponsorizzazione Fiat sulla Yamaha: «16 milioni per 2 anni e l’obiettivo di svecchiare il marchio grazie a lui. Ma senza Vale ce ne saremmo ben guardati dall’investire... Rossi è esattamente come la Ferrari in F1». Già nel 2004, come dimostra un articolo di Panorama, il suo brand era un portento: la Yamaha, dopo un solo anno con Vale, vide le sue azioni fare un balzo del 50 percento alla borsa di Tokyo e volare le immatricolazioni italiane delle sue moto, passate da 40mila a 61mila. Già allora, la Stage Up, società specializzata in ricerche di mercato nel settore sportivo, riteneva Valentino Rossi in grado di aumentare la notorietà di una marca di quattro volte in soli sei mesi.

 

Valentino Rossi

 

Il più grande. Ma il peso specifico del 46 giallo sul motomondiale va ben oltre le mere sponsorizzazioni: attraverso la sua società VR46, è lui, di fatto, a curare il merchandising di molti piloti del circus, Marquez compreso; ed è la stessa società a fare da ala protettrice al 75 percento dei giovani piloti italiani presenti nelle tre categorie, con punta dell’iceberg il team di Moto3 denominato proprio Sky – VR46. Insomma, gli spagnoli forse comandano, ma se non ci fosse Valentino tutto crollerebbe. Il motivo per cui si è giunti a questa incredibile situazione di gestione dell’intero movimento è molto semplice: Vale è il più grande e il più rispettato.

 

Il giro dopo la conclusione del mondiale: guardate che affetto pazzesco da parte dei piloti, del pubblico e dei meccanici per Valentino Rossi VR46 Official.

Posted by Sky Sport MotoGP on Martedì 10 novembre 2015

 

Basta vedere il giro di rientro ai box dopo la bandiera a scacchi di Valencia: il campione di Tavullia è sommerso da una marea di applausi e ogni “rivale” che gli passa affianco gli tende la mano, come a dirgli «mi dispiace». Prima di arrivare al suo box, Vale percorre tutta la corsia tra due ali di persone che lo applaudono: sono la stampa, qualche tifoso e tutti i tecnici degli altri team. Non stupisce quindi che le dichiarazioni di quei pochi piloti che hanno deciso di parlare siano tutte pro-Rossi adesso. Andrea Iannone, al settimanale Chi ha detto: «È una situazione imbarazzante.Quando ho sentito le parole di Jorge, che ha dichiarato: “I miei colleghi spagnoli hanno aiutato uno spagnolo”, sono rimasto scioccato». E anche lo stesso Lorenzo, in esclusiva a Sky Sport, ha rivisto un po’ la sua posizione nei confronti di Rossi: «Se io fossi Valentino Rossi, dopo aver perso una grande opportunità di essere campione, avrei reagito nelle stessa maniera».

E Marc Marquez? L’unico a tacere, in tutto questo, è ancora una volta Marc Marquez. Teoricamente lui è l’uomo su cui la Dorna ha deciso di puntare per il post-Rossi: giovane, belloccio, vincente. Eppure, nel finale di questo mondiale, Marquez ha dato l’impressione di essere molto meno furbo di quel che sembra. Il suo atteggiamento l’ha lasciato solo: davanti ai piloti, davanti ai tifosi, davanti agli sponsor e davanti alla Dorna. Sia a Sepang che a Valencia, il giovane spagnolo non è stato sanzionato solamente perché non esiste una norma che vieti espressamente l'atteggiamento da lui tenuto. Ma aver rotto le uova nel paniere di Rossi resta un gesto, oltre che altamente antisportivo, anche sbagliato strategicamente. E a pagarne le conseguenze maggiori, ora, potrebbe essere proprio Marquez.

Seguici sui nostri canali