Vicepresidente della Lombardia

Quel che si è saputo finora dell'arresto di Mario Mantovani

Quel che si è saputo finora dell'arresto di Mario Mantovani
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Nelle prime ore di questa mattina, martedì 13 ottobre, è stato arrestato il vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani. Le accuse lanciate dalla Procura di Milano riguardano reati di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà di incanti. Oltre a Mantovani, sono stati posti sotto custodia cautelare anche Giacomo Di Capua, collaboratore del numero due del Pirellone, e Angelo Bianchi, ingegnere del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria; altri nove dipendenti della Regione sono in oltre sotto indagine.

 

Mantovani, da longa manus Cav a vice senza poteri

 

Le accuse, nello specifico. Come detto, la Procura di Milano ha deciso di arrestare Mantovani ritenendolo colpevole dei reati di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà di incanti. Per quanto riguarda il primo, significa che Mantovani avrebbe sfruttato la propria posizione di dirigente pubblico per ottenere favori e guadagni che non gli sarebbero dovuti; rispetto al secondo, Mantovani avrebbe, in cambio di denaro o benefici, non ottemperato ai suoi doveri pubblici; infine, in merito alla turbata libertà di incanti, sarebbero stato alterato il corretto iter, e quindi i risultati, di alcuni appalti e aste pubbliche. Il periodo in cui, secondo la Procura meneghina, sarebbero stati commessi i fatti costituenti reato è quello fra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014, periodo in cui Mantovani ricopriva contestualmente le cariche di senatore per Forza Italia, sindaco di Arconate (hinterland milanese) e, soprattutto, assessore alla Salute in Lombardia. In questo ultimo ambito in particolare, oltre che per la carica regionale, Mantovani era attivissimo, essendo fondatore della cooperativa Sodalitas, che si occupa di progettare, costruire e gestire residenze socio-assistenziali per anziani in tutta la Lombardia, e gestore di 13 centri diurni per disabili amministrati per conto della Asl di Milano.

Grazie alla posizione dirigenziale in Regione e alla forte presenza sul territorio delle sue opere, Mantovani, secondo l’accusa, avrebbe sfruttato l’influenza derivante dalle sue numerose cariche per pilotare alcune gare d’appalto nel settore sanitario (si parla, per il momento, dell’Opera Pia Castiglioni di Cormano e dell’Hospice di Cologno Monzese) e dell’edilizia scolastica, favorendo liberi professionisti in concorso con altri pubblici ufficiali e ottenendo in cambio benefici, non sotto forma di denaro ma di prestazioni di professionisti. Tra i bandi d’asta truccati, secondo gli inquirenti, ce ne sarebbe una dal valore complessivo di 11 milioni di euro indetta dalla Asl di Milano inerente al trasporto dei malati dializzati, nonché un presunto caso di corruzione che vedrebbe come protagonista un architetto, amico di Mantovani, che in cambio della ristrutturazione di alcuni immobili di proprietà del vicepresidente avrebbe ricevuto alcuni appalti pubblici. Secondo l’accusa avrebbe tra l’altro fatto pressioni su un dirigente del provveditorato alle Opere pubbliche, Pietro Baratono, per far ottenere incarichi a terzi. Nello specifico, Mantovani avrebbe fatto in modo di far reintegrare a pieno titolo e con piene facoltà Angelo Bianchi nel suo ruolo di funzionario regionale, da cui era stato sospeso in seguito ad un procedimento giudiziario avviato a suo carico per presunti appalti truccati in Valtellina.

 

Mantovani, da longa manus Cav a vice senza poteri

 

Le proprietà immobiliari e i “favori”. Nell’ambito delle indagini inerenti alle varie fondazioni facenti capo a Mantovani, gli inquirenti sono venuti a conoscenza di un importante patrimonio immobiliare di proprietà dell’ex assessore, entro il quale figurano ville di notevole valore storico-artistico, come le settecentesche Villa Clerici di Rovellasca e Villa Clerici di Castelletto, in zona Cuggiono, a Milano. È proprio su questi immobili, oltre che alle strutture entro cui Mantovani svolgeva le proprie attività di Rsa e per i disabili, che egli, avanza l’accusa, avrebbe costruito le sue relazioni con architetti e ingegneri, che in cambio del loro lavoro di ristrutturazione gratuita avrebbero ottenuto agevolazioni in sede di appalti vari e bandi.

Parla Garavaglia. Fra i 9 indagati di cui si è accennato, figura anche Massimo Garavaglia, assessore all’Economia in Lombardia. È stato finora l’unico dei coinvolti ad aver rilasciato dichiarazioni pubbliche: “Pretendo che adesso si pubblichino tutti i miei estratti conto. Non so nulla dell’inchiesta, io sono assolutamente sereno, ma mi sembra che ci sia un grandissimo sputtanamento in corso”.

Le reazioni politiche. «Sono stupito», così ha reagito di primo impatto Silvio Berlusconi alla notizia dell’arresto di Mantovani. Dello stesso avviso anche il numero uno del Pirellone Roberto Maroni, che ha inoltre dichiarato: «Mi auguro che Mantovani sarà in grado di dimostrare la sua correttezza. Da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione. Per quanto riguarda gli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie, ho già richiesto al segretario generale e al direttore generale della Salute di effettuare i necessari approfondimenti». Per il Pd ha parlato Alessandro Alfieri, segretario regionale lombardo, definendo “inquietante” la situazione: «È evidentemente che la stagione degli scandali non è ancora finita come noi denunciavamo da tempo». Chiamano a gran voce elezioni anticipate in Lombardia i membri del M5S, sostenendo che Maroni non sia stato in grado di allontanare «le lobby di affaristi e corruttori che gravitano intorno alle casseforti lombarde». Un gruppo di consiglieri regionali pentastellati si è inoltre reso protagonista di un gesto quantomeno di dubbio gusto: hanno portato una cassetta di arance nella sala del Pirellone dove stamattina si svolgeva il “Convegno sulla trasparenza”, invitando Maroni a conservarla per donarle a Mantovani.

Una carriera politica sfavillante. Nato come imprenditore nel settore sanitario e in particolare nell’assistenza ad anziani e disabili, Mantovani matura l’idea di entrare in politica nel 1999. In quell’anno, nella fila di Forza Italia, viene eletto deputato del Parlamento europeo, carica che conferma anche nel 2004. Contestualmente, a partire dal 2001, è sindaco del natio paese di Arconate, rieletto poi dai suoi concittadini nel 2006. Nel 2008 viene chiamato da Berlusconi, con cui instaura un rapporto di collaborazione direttissima, a candidarsi per il Senato alle elezioni politiche, ed in seguito alla vittoria dell’allora PdL fa il suo ingresso a Palazzo Madama. Durante il Governo Berlusconi presiede il sottosegretariato al Ministero dei Trasporti, ma dopo essere stato rieletto al Senato nel 2013 lascia Roma, per assumere il ruolo di assessore alla Salute in Lombardia.

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