Riaperture per Pasqua? Il ministro del Turismo spegne l'ottimismo: «Pensiamo all'estate»
Garavaglia fa affidamento soprattutto sull'esperienza dell'anno passato e sul piano vaccinale. Intanto, però, una nuova doccia fredda per gli operatori del territorio
Il neo ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, ha raffreddato l'ottimismo su possibili riaperture nel periodo di Pasqua: «In questo momento bisogna essere molto, molto cauti».
La dichiarazione è stata fatta ai giornalisti nella giornata di ieri, lunedì 8 marzo, quando Garavaglia ha visitato la nave da crociera Grandiosa della Msc, ancorata per l'occasione nel porto di Civitavecchia, per rilanciare il settore dei viaggi in mare. Il Governo ritiene che riaperture nel periodo primaverile di marzo-aprile, in cui il Covid già l'anno scorso ha dimostrato essere capace di diffondersi più in fretta, non siano una buona idea e comportino molti rischi.
Garavaglia ha parlato invece di meno restrizioni nel periodo successivo: «In estate il virus è meno aggressivo. È chiaro che avremo un turismo di prossimità, Italia su Italia. C'è una forte accelerazione sui vaccini in questo momento e, se le cose andranno nel verso giusto, speriamo dopo l'estate di metterci alla spalle questo maledetto virus».
Il ministro ha poi accennato alla possibilità di usare in certi contesti turistici, come le crociere, braccialetti per il contact-tracing e informa di stare seguendo con attenzione gli sviluppi sul passaporto vaccinale. L'adozione di questo strumento potrebbe infatti portare a un vantaggio economico gli altri Paesi, che riuscirebbero ad avere una ripresa dell'economia prima dell'Italia e in tempi minori: per questo motivo il Governo sta prendendo almeno in considerazione l'ipotesi di introdurlo in futuro, mentre è già ritenuta una priorità la vaccinazione degli operatori turistici.
Intanto però le imprese necessitano di ristori per rimanere in piedi e a questo scopo si discuterà sul dl Sostegno in Consiglio dei ministri proprio venerdì. Garavaglia ha dato poche anticipazioni sui contenuti, sostenendo però che sarà un «decreto corposo», con misure importanti anche per le aziende finora non toccate dai ristori del Governo.
Sarebbe certamente una pezza che aiuterebbe anche gli operatori turistici della provincia di Bergamo, come quelli della montagna e dello sci, che hanno visto prolungate (per ora) le chiusure fino al 6 aprile, con l'impossibilità di fatto ad iniziare la stagione e perdendo l'occasione di rifarsi parzialmente delle perdite economiche.