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Riscaldamento a singhiozzo, nuova protesta al Turoldo di Zogno

Impianto a singhiozzo in tante aule, torna l'incubo delle lezioni al gelo come lo scorso anno. Circolare del dirigente scolastico, sotto accusa la Provincia

Riscaldamento a singhiozzo, nuova protesta al Turoldo di Zogno
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di Giambattista Gherardi

Il rischio, assai concreto, è che diventi una spiacevole tradizione dei mesi più freddi, con disagi assortiti per studenti e docenti. Nuovi problemi per l’impianto di riscaldamento dell’istituto Superiore “David Maria Turoldo” di Zogno, probabilmente la maggior realtà scolastica dell’intera Valle Brembana, con otto indirizzi di studio, cinquantaquattro classi, 140 docenti e 32 operatori non docenti.

Già lo scorso anno sempre a gennaio, una serie di guasti con relativi interventi tecnici aveva messo a dura prova la pazienza di chi quotidianamente vive gli ambienti scolastici. Ne era scaturito un vero e proprio sciopero, con gli studenti che avevano incrociato le braccia non soltanto per difendersi dal gelo, ma anche e soprattutto per sollecitare un intervento risolutore da parte della Provincia, responsabile della struttura.

Martedì 21 gennaio, a mettere nero su bianco l’ennesimo “malfunzionamento annunciato” è stato il dirigente scolastico Claudio Ghilardi che ha pubblicato una circolare da tono inequivocabile. «Si comunica alle famiglie e agli studenti – si legge nel documento disponibile sul sito della scuola - che l’impianto di riscaldamento dell’Istituto in tutto il piano G e nelle aule E08, E09, E11, E12, E13, F11, F12 E F13 ha problemi di funzionamento, nonostante i quotidiani solleciti e gli interventi non risolutivi della Provincia. La presente informazione viene fornita alle famiglie e agli studenti per favorire la tutela della loro salute. I docenti saranno comunque regolarmente presenti. Le famiglie possono verificare l’aula del proprio figlio consultando il piano orario pubblicato sul sito. Non appena il problema sarà risolto, verrà data tempestiva comunicazione tramite i medesimi canali».

Per mercoledì 22, gli studenti preannunciano una protesta, nell’attesa di un intervento (che tutti auspicano davvero risolutore) da parte della Provincia.

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