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Ryanair denuncia eDreams e Google Perché la questione è importante

Ryanair denuncia eDreams e Google Perché la questione è importante
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Ryanair, in una nota diffusa martedì 1 dicembre, ha reso noto di aver denunciato presso l’Alta Corte irlandese eDreams e Google per pubblicità falsa e ingannevole. Una decisione a suo modo storica, anche perché riguarda alcuni dei protagonisti di spicco dell’economia mondiale di questa epoca. Se si legge il comunicato diffuso dalla più grande compagnia aerea low cost al mondo, la questione sembrerebbe piena di tecnicismi e poco comprensibile. In realtà, invece, la storia è molto semplice: cercando Ryanair su Google, il primo risultato spesso non è il sito ufficiale della compagnia ma uno di due subdomini facenti capo a eDreams, cioè Ryanair Cheap Flights e www.Ryanair.eDreams.com, l’ultimo dei quali caratterizzato da una grafica identica a quella del sito originale e in grado, quindi, di ingannare facilmente gli internauti.

 

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La questione, in modo semplice. Come sottolinea La Stampa, la compagnia aerea non è contenta del fatto che altre piattaforme vendano i biglietti confondendo i clienti sul soggetto che in effetti sta vendendo loro il volo. La questione, in effetti, ha radici profonde e nasce dalla decisione di Ryanair, presa l’11 marzo 2014, di cambiare la sua storica strategia di vendita, che fino a quel momento prevedeva la vendita dei propri biglietti aerei solamente attraverso il sito ufficiale della compagnia. Da allora, dunque, le vendite dei voli sono state aperte anche su siti terzi e nelle care vecchie agenzie di viaggio. Dove sta la differenza in queste due strategie di vendita? Se un utente cerca su Google un volo Ryanair e compra dal sito della compagnia, l’intero valore del biglietto finirà nelle casse dell’azienda di Michael O’Leary. Se invece l’utente cerca su Google “Ryanair” e compra lo stesso biglietto da eDreams o da altre piattaforme, la compagnia irlandese avrà sì guadagnato un cliente, ma dovrà riconoscere una percentuale al sito terzo.

Perché solo contro eDreams? Ryanair se l’è presa però solo con eDreams per due motivi: innanzitutto l’uso, a parere della compagnia improprio e ingannevole, del nome della società in un loro subdominio, ma soprattutto il fatto che, attraverso gli acquisti sulla piattaforma eDreams, i consumatori si trovano a pagare tariffe maggiori rispetto a quelle base e «ad avere a che fare con numerosi problemi, come bagagli che non vengono registrati, dettagli dei contatti omessi o passeggeri aggiuntivi non riconosciuti». Ryanair ha infatti spiegato di aver deciso di muoversi dopo le numerose denunce dei suoi utenti e non avendo mai ricevuto risposte da Google, reo di aver dato spazi pubblicitari a società che vogliono “fregare” i consumatori. La nota spiega: «Non abbiamo alcun problema con la vendita di spazi pubblicitari da parte di Google ma abbiamo più volte chiesto a Google di aumentare la trasparenza in seguito alle numerose lamentele di clienti Ryanair che erano stati ingannati e spinti a comprare su eDreams convinti di stare acquistando su Ryanair».

 

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Le presunte scorrettezze di eDreams. O’Leary è apparso particolarmente ferito dalla vicenda, come riporta il Guardian. Il numero uno della compagnia irlandese, infatti, ha dichiarato che «in passato abbiamo fatto molti errori e li abbiamo sempre riconosciuti. Ma non ci aspettavamo che qualcuno potesse agire in questo modo». Perché, precisa O’Leary, qui l’obiettivo non è bloccare un portale che vende a prezzo ribassato un servizio Ryanair, ma bloccare un portale che «semplicemente pubblicizza tariffe Ryanair che non esistono». La compagnia low cost appare sicura della propria posizione, forte anche di una recente sentenza tedesca che ha proibito a eDreams di usare il subdominio www.Ryanair.eDreams.com proprio perché ritenuto ingannevole. Cosa ulteriormente provata, secondo Ryanair, da un sondaggio compiuto su migliaia di clienti della compagnia, che nell’82 percento dei casi hanno dichiarato di ritenere il dominio di eDreams un subdominio di proprietà della Ryanair.

Non solo Ryanair... Non è la prima volta che il portale internet con base in Spagna si trova a dover affrontare le ire della compagnie aeree. In precedenza è stata la EasyJet a portare in tribunale eDreams, spiegando che spesso le persone che prenotano voli attraverso quel portale si ritrovano con dati riportati in modo scorretto. La dimostrazione c’è stata il mese scorso, quando diversi passeggeri EasyJet son rimasti bloccati a Sharm el-Sheikh poiché i loro dati non erano stati correttamente registrati sui documenti della compagnia aerea: tutti questi avevano acquistato i biglietti attraverso eDreams. Lufthansa, invece, pochi mesi fa ha deciso di applicare un costo aggiuntivo di 16 euro a tutti i biglietti non venduti sul sito dell’azienda. Una strategia aggressiva, tesa a convincere i propri utenti a fidarsi solamente del loro canale di vendita ufficiale piuttosto che di quelli di terzi. La “battaglia” tra Ryanair e eDreams, dunque, non è che un nuovo capitolo di una guerra che si preannuncia lunga e in cui Google riveste un ruolo fondamentale. Per questo la sentenza dell’Alta Corte irlandese è molto attesa.

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