sostegno ai commercianti

Saldi estivi posticipati all'1 agosto, lo ha deliberato la Conferenza delle Regioni

Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo: «Scelta ragionevole. I commercianti senza liquidità non saranno costretti a svendere la merce in negozio»

Saldi estivi posticipati all'1 agosto, lo ha deliberato la Conferenza delle Regioni
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I commercianti sono senza dubbio una delle categorie produttive maggiormente colpite dalla crisi economica causata dal blocco delle attività lavorative. Marzo e aprile possono essere tranquillamente definiti due mesi neri: chi non ha potuto contare su canali di vendita on-line, durante il lockdown, ha di fatto visto le proprie entrate azzerarsi, mentre le spese vive per la gestione delle attività (affitto, bollette e incombenze varie) sono rimaste invariate.

Per questa ragione, la Conferenza delle Regioni ha deliberato di posticipare i saldi estivi al 1 agosto. Ora la palla passa alle Regioni, in attesa che tutte attuino quanto deciso. «È una scelta ragionevole e auspicata da molti commercianti che, vivendo una situazione drammatica con magazzini stipati e senza liquidità, sperano di non dover svendere subito la merce rimasta nel negozio, potendo così contare su margini maggiori», sottolinea Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo.

«Certo, l’efficacia di una norma si misura rispetto alla capacità degli enti preposti ai controlli di farla rispettare – prosegue Caselli -. Quello attuale è un tempo difficile per tutte le imprese, che si trovano a fare i conti non soltanto con il Coronavirus, ma anche con un mercato fortemente differenziato tra fisico e web, dove coesistono regole diverse, o meglio, dove non ci sono regole. E questo è un grande problema».

L'auspicio è che si riconosca il valore che le aziende portano sul mercato, anche al fine di garantire la filiera e il lavoro delle persone. «Sia questo il tempo per ridefinire, aldilà dall’emergenza, le logiche dei saldi del sistema moda – conclude il direttore di Confesercenti Bergamo - differenziandolo nettamente ad esempio da quello dell’elettronica. E’ auspicabile un tavolo di confronto con Regione Lombardia per ripensare il valore del nostro settore moda».

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