10 e 11 agosto

Salite in alto più che potete, anche stanotte vanno in scena le stelle cadenti

A San Vigilio (495 metri), in Maresana (543 metri alla chiesetta della trattoria), al passo di Valcava (1360 metri), al passo di San Marco (1980 metri). Non servono binocoli, né telescopi.

Salite in alto più che potete, anche stanotte vanno in scena le stelle cadenti
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di Paolo Aresi

San Lorenzo io lo so perché tanto di stelle nell’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Accade stasera, come avviene probabilmente da millenni. Nella notte di San Lorenzo, ma anche nella notte precedente e in quella successiva, appaiono nel cielo le stelle cadenti. E più si sale in alto e più è facile vederle perché si scorgono anche quelle deboli che giù, in pianura, non si riesce a distinguere. Una volta, mi trovavo in Engadina, tra le dieci di sera e mezzanotte, ne ho viste una trentina.

E allora per ammirare le stelle cadenti cercate di salire più che potete: in San Vigilio (495 metri), in Maresana (543 metri alla chiesetta della trattoria), al passo di Valcava (1360 metri), al passo di San Marco (1980 metri). Non servono binocoli, né telescopi, serve piuttosto una coperta, in modo da potersi sdraiare e contemplare tutto il cielo.

In alto, verso le dieci o le undici, vedrete la Via Lattea che attraversa il Cigno, l’Aquila, il Sagittario, Perseo… e proprio in questa posizione, abbastanza bassa sull’orizzonte fino alla mezzanotte, dovrebbe irradiarsi lo sciame di meteoriti che, appunto, si chiamano “Perseidi”. Perché, alla fine, che cosa sono le stelle cadenti? Sono polveri cosmiche, sono piccole meteoriti, dei sassi che stanno in gruppo e orbitano intorno al sole. Ogni anno, l’orbita della Terra e l’orbita dello sciame di detriti detto Perseidi si incrociano, un po’ di questi sassi e polveri entrano nell’atmosfera a grande velocità, migliaia di chilometri orari, e si incendiano per attrito con l’atmosfera, generando la celebre scia di luce. Alcuni sassi più grossi bruciano in maniera molto brillante e alla fine esplodono in una vampata: allora vengono chiamati bolidi.

Il papà di Giovanni Pascoli venne assassinato proprio nel giorno di San Lorenzo, quando egli era bambino, 153 anni fa. Un trauma che il figlio non superò mai del tutto e che ritorna nella splendida poesia che appunto ha per titolo “X Agosto”.

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