Si è presentato in caserma

Salvatore D’Apolito si è costituito Nove giorni fa sparò all’ex moglie

Salvatore D’Apolito si è costituito Nove giorni fa sparò all’ex moglie
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Nove giorni dopo l’agguato, si è costituito. Si era occupato di lui anche la trasmissione Chi l’ha visto?, perché sembrava davvero introvabile Salvatore D’Apolito, il cinquantenne di origine foggiana che il 27 settembre scorso a Negrone di Scanzorosciate ha sparato sei colpi di pistola alla ex moglie, Flora Agazzi, 53 anni, ferendola gravemente: è ancora ricoverata in condizioni critiche all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Si sarebbe presentato ai carabinieri di Bergamo, accompagnato dal suo legale, Stefano Sorrentino.

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Fuga in Vespa. Teatro del drammatico agguato è stata una villetta dove Flora Agazzi lavorava come colf nell’abitazione di una anziana signora.  Il piastrellista, originario del Foggiano, si è dato alla fuga in sella alla sua Vespa. Secondo la ricostruzione dei fatti fornita da due muratori che stavano lavorando nella villetta accanto dove è avvenuto il tentato omicidio, sembrerebbe che D’Apolito sia arrivato davanti all’abitazione dove lavorava la moglie a bordo della sua Vespa. Una volta sceso dal motorino, ha prima bucato gli pneumatici della Fiat «Sedici» della donna che era parcheggiata davanti all’abitazione dove stava lavorando. Poi, con una scusa, l’ha fatta uscire di casa, le ha puntato la pistola e le ha sparato sei colpi di pistola, tre dei quali l’hanno raggiunta al collo e al torace. Subito dopo, mentre Agazzi era a terra in una pozza di sangue, l’uomo è fuggito. A lanciare i soccorsi sono stati i due muratori e alcuni passanti che hanno immediatamente avvisato i sanitari del 118 e i carabinieri. D’Apolito era unito in matrimonio alla 53enne da più di vent’anni e dalla loro relazione sono nati due figli.

La separazione. Alla base del drammatico gesto del 50enne ci sarebbe la causa si separazione che Agazzi aveva intentato da qualche mese nei confronti dell’ex marito. Inoltre la donna aveva anche interpellato il giudice di pace per farsi versare gli alimenti da D’Apolito. Partendo da questo quadro non è difficile immaginare cosa ha spinto il 50enne a sparare alla ex moglie.

La sassaiola di bambini. Ben 7 anni fa, esattamente nel luglio del 2011, Salvatore D’Apolito rischiò la pelle e il suo nome balzò, per qualche giorno, sulle pagine di cronaca delle testate locali. Per un folle gioco alcuni ragazzini che frequentano l'oratorio feriale di Biassono, in un caldo pomeriggio di luglio, probabilmente per noia, iniziarono a tirare sassi, anche di grosse dimensioni, oltre la recinzione, lungo via Colombo. Una delle pietre aveva sfondato proprio il parabrezza della Mercedes sulla quale viaggiava proprio Salvatore Dapolito, 43enne all’epoca dei fatti. D’Apolito, dopo il fatto, aveva anche  accusato un malore ed era  stato portato in ospedale per accertamenti, medicato e dimesso con una prognosi di 5 giorni. L'autore venne prontamente identificato: si trattava di un ragazzino di 10 anni. «Si è trattato di una bravata finita male, fortunatamente senza conseguenze gravi - Si era giustificato l’allora parroco di Biassono - di quelle che non devono, ma che da giovani possono capitare». «Sono stato fortunato - aveva ammesso D’Apolito - Viaggiavo a bassa velocità, altrimenti chissà come sarebbe finita».

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