riflessioni di un rossonero sfegatato

San Siro è la casa della Champions Benvenuta Atalanta. Però...

San Siro è la casa della Champions Benvenuta Atalanta. Però...
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Da milanista irriducibile ho grande nostalgia della Champions, ma nessuna invidia. Per questo benvenuta l’Atalanta nello stadio che è il vero tempio della Champions: sulla rampa di accesso di questo magnifico stadio potete contarle tutte, immortalate ciascuna da una targa. Sono ben 10, sette a colori rossoneri e tre nerazzurre. Bernabeu a parte, nessuno stadio in Europa può vantarne altrettante. Così ogni volta che si varca quella soglia, anche se i tempi sono grami i presenti, sale un brivido per la schiena. La Champions è la quintessenza del calcio e averne dieci in bacheca è qualcosa che fa di San Siro uno stadio assolutamente inimitabile. Per questo benvenuta l’Atalanta, che non poteva certo entrare nell’Olimpo del calcio giocando su un campo un po’ scialbo della bassa padana.

 

Le note dalla Champions, che sono le note della vera gloria calcistica, esigono un contesto all’altezza, e nulla più di San Siro lo è. Certo per un milanista con sette coppe sulla maglietta, pensare che nel nostro stadio giocheranno due squadre con la maglia nerazzurra è cosa non facile da digerire: quindi se c’è stata qualche intemperanza da parte della tifoseria, potete anche avere comprensione. Tenete conto che c’è da curare anche la malinconia di chi nell’Atalanta ha militato e oggi veste la maglia rossonera: giocatori che oggi si chiederanno se hanno fatto la scelta giusta, soldi a parte. Se lo chiede il grande Jack Bonaventura; se lo chiedono Frank Kessie, Andrea Conti e Mattia Caldara (due che non hanno ancora metabolizzato bene l’addio a Bergamo...).

Detto questo, benvenuta dunque Atalanta a San Siro. Tiferò per la Dea, per simpatia: in fondo ci vuole coraggio a fare il grande salto e a sfidare l’Europa su un terreno come questo. Ci vuole una sana spavalderia, che contiamo si traduca in gioco e in vittorie. Ma sono necessarie alcune avvertenze. San Siro è uno stadio che intimidisce. E intimidisce in particolare chi gioca in casa e si trova esposto alla terribile paura di sbagliare: la platea qui è per natura esigente e poco disposta a perdonare. Il motivo è semplice: per il pubblico di San Siro, non si può calpestare questo prato se non si è all’altezza. Quanti potenziali campioni si sono arresi ai primi fischi... Al contrario, chi arriva a San Siro se la gioca tutta, perché portar via un risultato da questo campo è un qualcosa che si inscrive in bacheca o che si mette con sottolineatura nel curriculum. Quindi massima attenzione, amici nerazzurri bergamaschi.

 

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