Scoperta a rubare nei garage di un condominio di Albino, ma per l'avvocato è cleptomane

Un impulso irresistibile, che non riuscirebbe a tenere a freno. O, almeno, questa è la giustificazione che il suo legale ha dato al giudice, nel processo per direttissima che la vede coinvolta per una serie di furti, commessi la notte di venerdì scorso (29 settembre) ad Albino.

La chiamata ai carabinieri

La donna, una 43enne sposata e madre,  come riportato oggi (lunedì 2 ottobre) dal Corriere Bergamo, sarebbe in cura al centro psicosociale di Piario per questa patologia. Il disturbo l'avrebbe portata a rubare nei garage di un condominio del paese, in via Fatebenefratelli. Lì infatti una signora ha dato l'allarme, dopo che l'aveva vista aggirarsi prima fuori tra le automobili, e poi addentrarsi nel vialetto. I carabinieri di Clusone hanno quindi mandato una pattuglia di Gandino a controllare.

Colta sul fatto

Giunti sul posto, hanno visto l'imputata entrare in un garage e l'hanno seguita, cogliendola sul fatto: aveva aperto dei mobili e spostato alcuni oggetti, mettendo la refurtiva nel suo zaino, dentro al quale c'erano anche una pinza e due coltellini, mentre addosso aveva due torce. Alla fine, avrebbe tentato di portar via un ferro da stiro e qualche scatoletta di smalto.

Come spiegato in aula dall'avvocato, il reato sarebbe stato commesso a causa di una problematica diagnosticata, che l'ha portata a rubare roba di poco valore, adesso restituita dopo aver chiesto scusa. A processo lei, con diversi precedenti simili e un altro procedimento aperto a suo carico, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il pm ha chiesto gli arresti domiciliari poiché recidiva e per la sua situazione sociale ed economica. Il giudice ha stabilito l'obbligo di dimora, con prossima udienza fissata a novembre.