Preoccupazione

Scout belgi si sentono male in Città Alta: sospetta intossicazione alimentare (avevano mangiato a Monza)

Il gruppo di Anversa ha accusato sintomi quali pallore, spossatezza, svenimenti e vomito. La causa è imputata a del pesce consumato il giorno prima

Scout belgi si sentono male in Città Alta: sospetta intossicazione alimentare (avevano mangiato a Monza)
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L’arrivo di cinque ambulanze ha interrotto bruscamente la placida serata di domenica 7 agosto lungo la Corsarola: poco dopo le 19,45 i sanitari sono arrivati, sotto lo sguardo stupito di residenti e turisti di Città Alta, a causa di una chiamata fatta da Simona Pesenti, titolare de “Il Forno”, allarmata dallo stato di un gruppo di clienti che aveva incominciato a sentirsi davvero male.

Una combriccola di cinquanta scout di Anversa (Belgio) non ha quasi fatto in tempo ad accomodarsi al primo piano del locale (dove si permette agli avventori di consumare i prodotti ai tavoli), quando ha incominciato ad accusare malori e conati di vomito. La stessa proprietaria ha notato un ragazzino steso sul pavimento di fronte ai bagni: ha chiesto se fosse tutto a posto, ma le hanno risposto di non preoccuparsi. Subito dopo, però, c’è stato da temere per davvero, perché altri membri della compagnia hanno incominciato a stare male: una ragazza ha prima accusato conati di vomito, per poi svenire. Poi ce n’è stata un’altra rimasta cosciente ma con sintomi simili quali pallore e spossatezza, a cui poi hanno fatto seguito altri, fino ad arrivare a 17 persone in totale.

Nel frattempo, i Pesenti avevano già avvisato il 112 e sul posto sono giunte le ambulanze della Croce Azzurra di Almenno, i volontari di Brembilla, la Croce Rossa di Alzano e di Villa d’Almè, oltre a due automediche e ai Vigili del fuoco. Poco dopo sono arrivati anche i tecnici del dipartimento Igiene e Prevenzione di Ats per raccogliere le testimonianze e capire cosa fosse successo, così come la Polizia locale e i Carabinieri.

Alla fine, le condizioni degli scout belgi non erano così preoccupanti come sembrava all’inizio: sono stati tutti trasportati in codice giallo, tranne uno in codice verde, negli ospedali di Bergamo, Seriate e al policlinico di Ponte San Pietro, accompagnati dai loro responsabili. Subito i sanitari hanno sospettato un’intossicazione alimentare: il fatto curioso, però, è che molti dei giovani, tutti tra i 12 e i 20 anni, non aveva neanche assaggiato ancora i prodotti della forneria.

Il mistero è stato presto svelato dai loro stessi racconti: avevano visitato prima Monza, dove alcuni, quelli che si erano poi sentiti male, avevano ordinato del pesce in un locale. Già nel viaggio di sabato in pullman verso Bergamo c’erano state lievi avvisaglie e la caccia al tesoro sotto il sole, il giorno dopo, ha probabilmente fatto il resto.

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