Scuola, la fuga dei presidi dal Nord e la mancanza di aule
I problemi che affliggono la ripartenza delle lezioni in classe non sono di facile soluzione a poche settimane dal via.
A settembre riprende la scuola in presenza secondo le indicazioni del ministero dell’Istruzione. Intanto, però, si profilano da qui a settembre (vale a dire fra una manciata di settimane, con il Ferragosto di mezzo) almeno tre problemi. Il primo è quello di trovare le aule aggiuntive. Il distanziamento impone che le classi devono essere dimezzate e non ci sarà spazio per tutti gli studenti. Si dovranno trovare locali aggiuntivi. Secondo una stima dei sindacati in tutta Italia servono 70 mila aule per un milione di studenti. La ministra ha suggerito di utilizzare i cinema, i teatri, gli archivi e i musei come se allestire aule in quei luoghi sia semplice, visto che le strutture scolastiche dovrebbero rimanere permanenti e i luoghi di destinazione hanno un'altra vocazione e finalità. Le scuole che hanno i giardini possono trovare una soluzione allestendo tensostrutture veloci da realizzare a costi contenuti.
Se si devono dimezzare le classi per rispettare il distanziamento, significa che devono aumentare gli insegnanti e il personale amministrativo. Ed ecco il secondo problema, conseguenza del primo. Secondo l’Anief, l’associazione nazionale insegnanti e formatori, per far funzionare la scuola secondo queste indicazioni servirebbero almeno 200 mila unità per garantire il regolare svolgimento delle lezioni. E da ultimo, ma non ultimo, stride il fatto che molti presidi del Sud Italia, nominati nelle scuole del Nord, rinuncerebbero al mandato rimanendo insegnanti pur di non trasferirsi e restare vicini alla famiglia. Il fenomeno è di questi giorni e l’allarme è stato dato dall’Associazione nazionale dei presidi. Si sta registrando una fuga vera e propria da Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino ed Emilia Romagna. Difronte allo spauracchio di un eventuale nuovo lockdown, che li terrebbe isolati lontani dalla famiglia, preferiscono rinunciare a fare i presidi chiedendo di tornare in cattedra da docenti. Il panorama è piuttosto complesso e districare la matassa in poche settimane non sarà facile. Per la scuola sarà un’estate tormentata e difficile. Intanto la ministra Lucia Azzolina ha comunicato la sua «piena soddisfazione per la norma inserita nel Decreto Semplificazioni che affida nuove competenze al commissario Domenico Arcuri per supportare la riapertura delle scuole a settembre. Una norma scritta e fortemente voluta dal mio Ministero. E che permetterà, ad esempio, di velocizzare l’iter per l’acquisto e la distribuzione degli arredi scolastici, come i banchi singoli di nuova generazione». Basterà?