Scuola, si punta a convincere il Governo per un rientro in classe al 50 per cento
Il nodo da risolvere resta quello legato al trasporto pubblico. Regioni ed Enti locali vorrebbero convincere il Governo a uniformare la quota di liceali che tornerebbero in classe con il limite massimo a bordo dei mezzi pubblici
Sul rientro a scuola il 7 gennaio pende la spada di Damocle dei contagi ma, al momento, dal Governo non sono ancora arrivate comunicazioni ufficiali su un possibile rinvio del ritorno in classe dei liceali. Per questa ragione è necessario giocare d’anticipo e farsi trovare pronti, soprattutto sul fronte del trasporto pubblico, per evitare l’ennesima falsa ripartenza.
Regione Lombardia, Anci e Upl hanno inviato all’attenzione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e di diversi Ministri una lettera contenente alcune proposte, in particolare la riduzione al 50 per cento della fetta di studenti che potranno tornare in classe, così da uniformarla al limite massimo consentito a bordo dei mezzi pubblici. Non un limite definitivo, bensì una soglia da cui partire per consentire progressivamente al 75 per cento degli alunni di tornare a scuola in presenza. Nel merito si potrebbe trovare un accordo già oggi, mercoledì 23 dicembre, giornata in cui è prevista una riunione della Conferenza Stato-Regioni.
Per quel che riguarda Bergamo, durante il tavolo di coordinamento convocato in Prefettura venerdì scorso (18 dicembre) è stato deciso che gli istituti superiori e quelli di formazione professionale suddivideranno gli ingressi secondo due fasce orarie (alle 8 e alle 10) ripartendo gli alunni al 50 per cento per ognuna, mentre le uscite saranno spalmate su quattro fasce orarie (12, 13, 14 e 15). Le aziende di trasporto pubblico locale aumenteranno del 42 per cento le corse extraurbane e del 30 per cento quelle urbane, anche con l’impiego di autobus a noleggio. Un sistema che verrà mantenuto anche qualora Dpcm o altre normative determinassero una riduzione della percentuale degli alunni presenti in classe.