Se ne va un pezzo di storia: demoliti due edifici nel villaggio minerario di Gorno
Edifici pericolosi per l'incolumità delle persone, cancellati due stabili simbolo in località Campello. L'allarme scattato a dicembre dopo il crollo di un'autorimessa
di Giambattista Gherardi
L’incuria e l’abbandono hanno vinto una battaglia, e a combattere la guerra restano i ricordi e l’Ecomuseo che mantengono viva la tradizione della “Valle dello Zinco”. Sono stati abbattuti, fra martedì 16 e giovedì 18 marzo, a Gorno, due edifici dell’ex villaggio minerario di Campello, legati all’epopea delle miniere, attive in Val del Riso sino al 1982.
La demolizione, ordinata dal Comune, si è resa necessaria per tutelare l’incolumità dei cittadina e di quanti transitano lungo la provinciale e lungo la strada comunale poste nelle immediate vicinanze. Gli edifici erano il cuore del villaggio minerario di Campello, «un’isola felice, dove abitavano addirittura 150 persone», come ha dichiarato il sindaco Giampiero Calegari, che è anche presidente della Comunità Montana Valle Seriana.
L’attività minerararia per l’estrazione dello zinco è da secoli un tratto distintivo della comunità di Gorno e dei paesi limitrofi. Nel 1910 si contavano in valle ottocento minatori che scendevano in galleria, mentre all'esterno erano all'opera le "taissine", come erano definite le donne che provvedevano alla cernita del minerale. Le miniere ramificavano nel sottosuolo per più di cento chilometri. Fu uno dei bacini più importanti d'Italia, già conosciuto all'epoca dei Romani (citato da Plinio il Vecchio) e anche, secondo alcuni studiosi, in epoca etrusca.
Nel 1500 alle miniere di zinco di Gorno si interessò pure Leonardo da Vinci, segnalando luoghi e dettagli in uno studio topografico e minerario condotto per conto del governatore di Milano, Carlo d'Amboise. Dopo la chiusura delle miniere nei primi anni ‘80, gli edifici di Campello (fra i quali la sede delle varie società minerarie succedutesi negli anni) erano passati nella disponibilità del Demanio e di fatto abbandonati. All’inizio del dicembre 2020 era crollata un’autorimessa (poi demolita completamente l’11 gennaio 2021).
«Gli immobili - ha aggiunto Calegari in un’intervista rilasciata ad Antenna 2 TV - sono passati al Comune solo 6-7 anni fa. Se fossero passati subito all’amministrazione locale le cose sarebbero andate diversamente: ai tempi c’erano persone che vi abitavano o interessate all’acquisto. Abbiamo cercato finanziamenti, ma per queste ristrutturazioni non siamo riusciti a ottenerle. Il crollo dell’autorimessa ci ha messo in allarme: abbiamo fatto valutare i due immobili e gli ingegneri ci hanno detto che andavano demoliti per via del pericolo che rappresentavano. La sicurezza degli abitanti e delle persone che transitano lungo le strade prima di tutto».