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Seimila consegne in 10 settimane, Comun Nuovo si scopre più forte e unita

Sono 74 le persone che hanno aiutato nei mesi della paura. Roberta: «Mi sono sentita utile, ricevi tanti sorrisi e ringraziamenti. Ho la consapevolezza che nel mondo (e a Comun Nuovo) c’è tanto bene»

Seimila consegne in 10 settimane, Comun Nuovo si scopre più forte e unita
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di Matteo Simeone

È finita, sette giorni fa, la decima settimana dei servizi a domicilio attivati in seguito all'emergenza sanitaria. E per Comun Nuovo è tempo di cifre: sono 69 i volontari che hanno partecipato alle varie consegne a domicilio; cinque le signore che si sono adoperate per la realizzazione delle mascherine in stoffa per i volontari e quelle in TNT consegnate a tutta la cittadinanza. In tutto, queste 74 persone hanno effettuato 5 mila 665 consegne, secondo fonti comunali. Si tratta di consegne di pane, spesa, farmaci, articoli di cartoleria, giornali, acqua e libri. Inoltre, si sono portati casa per casa 876 pasti.

Numeri importanti. Dietro a quei 74 volontari, ci sono altrettante persone, che raccontano storie di piccoli gesti quotidiani; tutti tasselli di quel grande puzzle che è stato costruito nelle passate dieci settimane. Per scoprire il senso più umano e profondo di ciascuna pennellata del quadro, per dare loro un volto e un nome, è bene ascoltare la voce di Roberta Albani, una di loro.

Racconta: «Ho iniziato qualche tempo dopo rispetto ai volontari della prima ora. Nei primi periodi, ero una specie di jolly: andavo nei negozi nei quali c’era più richiesta. Poi mi hanno assegnato, nelle ultime settimane, alla consegna dei prodotti di edicola, cartoleria e macelleria. Facevo le consegne in bicicletta, perché riuscivo a gestirle molto bene, visto che non erano pacchi eccessivamente pesanti».

«Ho girato il mio bel paese, nel quale sono nata e cresciuta, in bicicletta. Per me è stato bellissimo: nonostante la paura tremenda che tutti avevamo, volontari e cittadini, ho visto tante persone. A tutte si portava un piccolo conforto, da tutte si riceveva un grazie, un sorriso, dei complimenti; approvazioni che ti facevano sentire utile. Consegnando, ho avuto modo di ritrovare mamme i cui figli andavano all'asilo con i miei e che conobbi all'epoca; ci siamo incontrate di nuovo e ora ci siamo nuovamente affiatate».

Prosegue: «Siamo riusciti a fare qualsiasi cosa ci è stato chiesto, e anche di più. Anche nel pulire il cimitero: non ci siamo limitati a togliere i fiori secchi e a depositare rametti d’ulivo: alcuni hanno tolto i muschi che si erano formati sui muri, altri si sono dati da fare con l'idropulitrice. Anche per quanto riguarda la raccolta del verde siamo riusciti a creare un servizio porta a porta, da quello che doveva essere un servizio su prenotazione. Insomma, è stato un successo».

«Dopo questa esperienza sono ancora più innamorata di Comun Nuovo; ho capito che in paese abbiamo un’amministrazione e dei cittadini con un grande cuore. Dieci settimane che mi hanno lasciato tanta energia, tanta voglia di credere che tutto finirà; tanta voglia di credere che si migliorerà, ma sopratutto la consapevolezza che nel mondo (e a Comun Nuovo) c’è tanto bene», conclude Roberta.

L’articolo completo a pagina 38 del PrimaBergamo in edicola fino al 28 maggio, oppure sull'edizione digitale QUI.

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