Un articolo de Linkiesta

Senza i soldi dell'Unione Europea il Mezzogiorno sarebbe morto

Senza i soldi dell'Unione Europea il Mezzogiorno sarebbe morto
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Riproponiamo un articolo de Linkiesta, firmato da Domenico Rositano e Francesco Molica, pubblicato il 5 agosto 2017, dopo la relazione annuale del Sistema dei Conti Pubblici Territori, che evidenziava i flussi finanziari di entrata e uscita delle amministrazioni pubbliche italiane. Con un dato che balzava all'occhio: per il Sud Italia i fondi europei sono diventati via via sempre più ingenti e fondamentali, con rischi evidenti in caso di una loro diminuzione.

 

I numeri sono quelli dell’ultima relazione annuale del Sistema dei Conti Pubblici Territori, l’osservatorio dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che analizza, a livello regionale, i flussi finanziari di entrata e di spesa delle amministrazioni pubbliche, ovvero chi e cosa viene finanziato in Italia e nel Mezzogiorno.

Nel leggere con attenzione il documento, un dato in particolare salta all’occhio: i fondi europei stanno assumendo col passare degli anni un ruolo sempre più determinante nel sostenere le politiche di sviluppo del Mezzogiorno a fronte di investimenti pubblici nazionali in costante diminuzione. Al punto da rischiare di mettere in crisi una delle regole auree della politica di coesione, quel “principio di addizionalità” secondo cui i fondi strutturali non possono sostituirsi alle spese pubbliche dello stato membro.

Non solo: infatti, le risorse comunitarie e nazionali per la coesione - Fondi strutturali europei, Pac, e Fondo per lo sviluppo e la coesione - rappresentano mediamente più della metà della spesa in conto capitale nel Sud d’Italia, con un livello pari al 65,2% nel triennio 2013-2015 e una punta del 72% nel 2015. Ma il punto è che questa componente, maggioritaria rispetto alle risorse ordinarie, è ormai alimentata in larghissima misura proprio dai fondi europei.

Il grafico di seguito illustra in maniera evidente questa tendenza, nonostante risulti in parte “dopata”, soprattutto per l’anno 2015, dell’incremento di spesa dovuto alla chiusura del periodo di programmazione comunitaria 2007-2013.Tuttavia, come si vede l’impegno finanziario nazionale (Fondo per lo sviluppo e la coesione)si è via via ridotto da oltre il 50% nel 2007 sino all’11% del 2015.

 

Fonte: Relazione annuale CTP 2017

 

La crescente “dipendenza” del Mezzogiorno dai fondi strutturali, d’altra parte, non sembra diminuire nemmeno nel 2016. Scrive la Svimez, nelle anticipazioni al rapporto annuale pubblicate pochi giorni fa, che lo scorso anno “la spesa totale in conto capitale della Pa, ha raggiunto il livello più basso della sua serie storica, attestandosi nel Mezzogiorno ad appena lo 0,8% del Pil”. Su quest’ultima percentuale pesa, in modo non trascurabile, proprio il fisiologico calo degli investimenti della politica di coesione tipico di ogni avvio di programmazione europea. In altre parole, l’ulteriore contrazione osservata nel Mezzogiorno è causata proprio dalla diminuzione della spesa legata ai fondi strutturali...»

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