Seriate, il sottopasso che si allaga Ma per i lavori non ci sono fondi
Come risolvere il problema del sottopasso ferroviario di via Marconi a Seriate che si allaga? Se lo sono chiesto molteplici volte i cittadini ogniqualvolta, sotto il ponte della ferrovia, i temporali creano un piccolo lago. Naturalmente carreggiata bloccata e veicoli costretti a cambiare direzione. Non mancano gli sprovveduti: ci sono coloro che tentano comunque il passaggio pur sapendo di impantanarsi, siano essi in auto o in bicicletta. Oppure ci sono i poco furbi (e stoltamente temerari) che, a loro rischio e pericolo, si buttano sulla ciclabile, parte salva dall’acqua, ma piuttosto stretta per un veicolo.
L’Amministrazione comunale ha installato un cartello ad hoc per avvisare dell’impraticabilità per allagamento. Nel momento in cui i sensori avvertono la presenza di acqua, scatta il semaforo rosso, viene automaticamente allertata la Polizia locale, giunge un messaggio ai cartelli luminosi della città per segnalare l’impossibilità del passaggio. Si tratta del tentativo di arginare (e non solo metaforicamente) questo problema, che in realtà esiste da diverso tempo. Negli ultimi due-tre anni è però stato più sentito, poiché, da una parte, i social hanno sottolineato maggiormente il problema e, dall’altra, per colpa delle bombe d’acqua.
Nel corso del Consiglio comunale di qualche settimana fa la questione è stata messa in luce dal Movimento Cinque Stelle. «Via Marconi è una delle tre arterie principali di Seriate: non è possibile bloccare ogni volta uno degli accessi fondamentali - sottolinea il consigliere di M5S Alvaro D'Occhio - La soluzione del cartello non è stata a costo zero, sono stati investiti circa 8500 euro, ma si tratta di un tampone che però né risolve il problema, né impedisce che accada. Non sarebbe stato meglio attendere la spesa destinata al cartello stradale, per capire se ci siano altre soluzioni che possano almeno ridurre il problema con una spesa contenuta?».
Il consigliere di maggioranza di Lega Nord Lorenzo Panseri ha ricordato diversi lavori dell’attuale Amministrazione che hanno avuto in oggetto il sottopasso. Ad esempio l’allargamento del ponte per la realizzazione dei passaggi pedonali, nonché, per ridurre gli allagamenti, «nel 2015 è stato dato a una ditta di Caravaggio l’incarico di rifare l’innesto della fognatura proveniente da via Libertà che si immetteva perpendicolarmente a quella di via Marconi», il tutto per far defluire meglio le acque. «Il 19 settembre 2016 - continua Panseri - Uniacque ha messo in atto una pulizia della rete fognaria proprio per arginare questo problema. Nello stesso anno, è stato chiesto uno studio di fattibilità a un ingegnere il quale ha quantificato con un importo di seimila euro (oltre a Iva e cassa )». Il punto è che, per ragioni di mancanza di fondi, lo studio non è stato eseguito.
Insomma, serve altro, al di là quindi dello spurgo e della pulizia annuale e al di là del cartello, utilissimo sia per evitare che qualcuno rimanga impantanato nelle acque, sia perché, come ha fatto ben notare il consigliere di Albatro Damiano Amaglio, è «una tutela dal punto di vista giuridico: se uno finisce dentro e non è stato segnalato può magari rivalersi, ma, se è stato segnalato, questa rivalsa non sarebbe legittima». Dopotutto è vero anche che «la bomba d’acqua dura tra i 15 e i 30 minuti e l’acqua che scende crea in quel momento l’allagamento», come ha fatto notare il consigliere di maggioranza Emanuele Amaglio, della lista civica Progetto Seriate.
L’assessore all’Ambiente Achille Milesi ha ribadito che il problema affonda le sue radici sottoterra: Uniacque, chiamata in causa nel 2016, si è accorta che la situazione non era risolvibile facilmente «perché abbiamo tubature delle fognature della Seriate vecchia che sono piccole». Dunque la quantità di pioggia delle bombe d’acqua, unita al flusso che giunge al sottopasso a causa del pendio della carreggiata, è troppo ingente perché le tubature riescano a far defluire il tutto. E mettere mano alla rete fognaria si traduce in un costo sicuramente non indifferente.
«Abbiamo pensato in maniera provvisoria di mettere il cartello, cosicché la strada fosse almeno messa in sicurezza - ha spiegato l’assessore - L’intenzione riguardo allo studio di fattibilità era già presente, però, come sempre, occorrono risorse anche per intervenire. È chiaro che, non appena possiamo, studio di fattibilità e progetto saranno le prime cose che faremo, come avevamo già proposto e pensato di fare nel 2016».