Sgarbi attacca Franceschini e Soprintendenza, per la ringhiera a Porta San Giacomo
Il critico d'arte, sollecitato dal deputato leghista Daniele Belotti, non ha dubbi: «Il Sovrintendente si metta la cenere sul capo e vada a smontare questo orrore»
«Caro Franceschini, caro Ministro, caro Sovrintendente, questa ringhiera dovete mettervela nel… Una cosa di questo genere grida vendetta al di la del fatto che sia stata montata per ragioni di sicurezza». Parola di Vittorio Sgarbi, che sollecitato dall’onorevole bergamasco della Lega Daniele Belotti è entrato a gamba tesa nella polemica sulla nuova balaustra installata a porta San Giacomo, raccontata anche sul numero cartaceo di PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 26 agosto.
La barriera è stata montata per evitare che, un domani, le persone possano cadere dalla passerella, costruita per rendere percorribile ogni tratto delle Mura anche alle persone disabili. I giudizi estetici però non sono stati dei più delicati. Nel suo intervento Sgarbi, riprendendo le parole con cui si è giustificato l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla, “assolve” il sindaco e la giunta, criticando duramente l’autorizzazione della Soprintendenza, definita un errore di Stato.
«Non è possibile che un luogo che ha aura, meraviglia, poesia diventi questo – aggiunge il critico d’arte -. Non è possibile, non è un bagno al mare, non è una palazzina di speculazione degli anni ’70, è la porta di Città Alta. Il Sovrintendente si metta la cenere sul capo e vada a smontare questo orrore. È chiaro oppure devo dirlo in toni più affettuosi?».
Una sonora bocciatura dell’infrastruttura arriva anche dai commenti pubblicati a corredo del filmato di Sgarbi, tanto che c’è chi lo invita a venire a Bergamo per rendersi conto di persona dell’effettivo «scempio» compiuto su porta San Giacomo. «Sembra la grata di una galera», scrive un utente; «È un calcio alla storia», commenta un altro, «Che triste squallore» e via scorrendo.
Caustico anche il commento del leghista Belotti. «Nei giorni scorsi ho voluto informare l'amico Vittorio Sgarbi dello scempio di porta San Giacomo voluto e compiuto dalla giunta Gori con il benestare di una scandalosa Soprintendenza delle Belle Arti. Sgarbi può piacere o meno, ma sulla sua professionalità e la sua autorevolezza in ambito storico artistico nessuno può dire niente. Chiaro il messaggio finale: Comune e soprintendenza hanno gravemente sbagliato. Si ponga rimedio al più presto».