Il blitz

Sgominata banda internazionale di narcotrafficanti, una delle basi era a Romano

L'operazione scattata stamattina (mercoledì 25 settembre), 61 gli arresti di cui 4 in Bergamasca. I soldi "ripuliti" da cinesi

Sgominata banda internazionale di narcotrafficanti, una delle basi era a Romano
Pubblicato:
Aggiornato:

Era a Romano una delle basi operative di un gruppo di narcotrafficanti, che facevano arrivare la cocaina dal Sud America per poi distribuirla sul territorio, riciclando il denaro con l'aiuto di cinesi. In Bergamasca, le misure cautelari sono scattate per un paio di soggetti a Romano, uno a Credaro e un altro a Bergamo. Due sono ai domiciliari, mentre i restanti sono stati condotti in carcere.

Gli altri centri, come riportato da PrimaTreviglio, si trovavano a Palazzolo sull'Oglio e Brescia, ma l'organizzazione criminale è stata sgominata dalla Guardia di Finanza nelle prime ore di oggi (mercoledì 25 settembre). Uno dei più importanti colpi al narcotraffico, con 61 arresti tra Italia, Albania, Svizzera e Polonia. Indagini complesse hanno portato a quantificare guadagni illeciti, ripuliti con fatture false, pari ad almeno 375 milioni di euro.

Indagine internazionale

L'operazione è scattatala in mattinata, al termine di indagini partite nel 2020, condotte anche dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Brescia e dal Servizio centrale investigazione criminalità organizzata. Con loro anche la Direzione centrale servizi anti droga, il servizio per la coooperazione internazionale di Polizia, l'Ambasciata italiana a Tirana, l'Europol e l'Agenzia dell'Unione europea per cooperazione giudiziari.

Le indagini sono durate circa cinque anni e, oltre alle modalità tradizionali, sono state condotte anche attraverso l'analisi di chat criptate, applicando innovative tecniche investigative anche internazionali, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche.

Albanesi riciclavano soldi da cinesi

Il gruppo criminale aveva la sua base principale in Albania, ed era dedito principalmente all'importazione di cocaina dal Sudamerica. La polvere bianca attraversava l'Atlantico a bordo di normali rotte di navigazione commerciali, sbarcava in Spagna e in Olanda e poi, da lì, arrivava in Italia su tir. Dove? Nel nostro Paese c'erano almeno cinque basi logistiche in cui la cocaina veniva stoccata, prima di essere distribuita. Basi che si trovavano a Brescia, a Palazzolo sull'Oglio, a Romano di Lombardia, a Varese e a Pisa.

In questi cinque hub si gestiva anche la raccolta del contante ricavato dalla vendita della cocaina sul territorio, che non finiva direttamente in tasca ai narcotrafficanti, perché prima doveva essere ripulito. A questo, ci pensava una parallela organizzazione italo-cinese, che forniva sostanzialmente l'appoggio finanziario occulto agli importatori di cocaina.

Nel dettaglio, il cospicuo ammontare di denaro proveniente dal narcotraffico sarebbe confluito, per il tramite di un cittadino cinese residente nel Bresciano, in un complesso sistema di riciclaggio per monetizzare i guadagni dalla droga, tramite fatture false emesse da imprenditori compiacenti. Un sistema molto più efficiente del tradizionale trasferimento dei capitali in contanti, attraverso gli spalloni.

Da un lato, infatti, scompariva il rischio di essere scoperti alla frontiera e, dall'altro, non era necessario pagare i trasportatori. Inoltre, il denaro uscito dalla "lavatrice" era assolutamente pulito e utilizzabile senza problemi nel mercato legale.

Sequestrate droga e armi

Quelli scattati stamattina non sono gli unici provvedimenti legati all'operazione: nei mesi scorsi erano già stati arrestati, in flagranza di reato, altri 21 soggetti ritenuti appartenenti alla stessa organizzazione. Erano stati inoltre sottoposti a sequestro 2,5 milioni di euro in contanti, cinque pistole, otto automobili e 360 chilogrammi di droga che, sul mercato, avrebbe fruttato almeno una trentina di milioni di euro.

Ora la conclusione dell'operazione, che agli arresti ha portato ad ulteriori sequestri di beni, per un importo complessivo di oltre sessanta milioni di euro. Continuano anche decine di perquisizioni, condotte con il supporto dello Scico, dei cani fiuta-contanti di cinque unità cinofile , dei baschi verdi e di un elicottero del Corpo.

Seguici sui nostri canali