In manette venti persone

Sgominata banda di spacciatori della Valcamonica che ha causato due morti per overdose

I Carabinieri sono partiti a indagare dai decessi di due persone e sono arrivati a ricostruire tutti i passaggi di un giro di spaccio molto ampio

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Un'operazione, denominata "Lucignolo" e portata a termine la mattina di oggi (lunedì 29 giugno) dopo mesi di indagini, che ha portato all'applicazione di misure cautelari nei confronti di ben 23 persone (venti italiani e tre stranieri) componenti di un gruppo criminale dedito allo smercio di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hashish e marijuana) destinati a rifornire le piazze di spaccio dei comuni dell’intera Valcamonica. A raccontare il tutto sono stati i colleghi di PrimaBrescia.

L’indagine è cominciata a fine novembre del 2018, in occasione del decesso per overdose di un 48enne, rinvenuto cadavere nella sua abitazione di Braone. Il sopralluogo dei militari aveva consentito di sequestrare in casa materiale riconducibile all’uso di droga e poi di identificare il pusher, un pregiudicato 45enne residente a Ceto. A carico dello spacciatore sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza anche in ordine alla cessione di eroina che il 22 febbraio del 2019 aveva causato la morte di una seconda persona, un operaio 52enne residente a Ono San Pietro, il cui corpo privo di vita era stato rinvenuto da alcuni conoscenti.

Le indagini nel frattempo sono continuare e hanno permesso di ricostruire l’intera filiera del traffico di stupefacenti nel territorio della valle. Partendo dagli spacciatori al dettaglio è stato possibile risalire ai fornitori, italiani e stranieri, attivi nel territorio. Otto indagati sono finiti in carcere, dodici agli arresti domiciliari e nei confronti di tre persone è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

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