Diverse accuse

Si faceva pagare per inserire i pazienti nelle liste d'attesa: arrestato primario

Dai 500 ai 700 euro: questa la cifra che chiedeva il il dirigente medico del reparto di Oculistica dell'ospedale di Esine (Brescia), arrestato. Molti i pazienti bergamaschi

Si faceva pagare per inserire i pazienti nelle liste d'attesa: arrestato primario
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Si faceva pagare grosse somme di denaro dai suoi pazienti - tra cui anche diversi bergamaschi - e in cambio li inseriva nelle liste delle operazioni in ospedale a Esine, nel Bresciano: è stato arrestato questa mattina, lunedì 19 giugno, il dirigente medico del reparto di Oculistica G.M. con l'accusa di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e indebita induzione a dare o promettere utilità.

Dai 500 ai 700 euro per essere operati in 30 giorni

Un'indagine, come riportano i colleghi di PrimaLaValcamonica, partita nel novembre del 2022 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia. Il primario, infatti, avrebbe abusato della sua posizione all'interno della struttura ospedaliera per farsi consegnare dai gran parte dei suoi pazienti, diversi dei quali provenienti dalla provincia di Bergamo, grosse somme di denaro non dovute, dai 500 ai 700 euro.

Pazienti che dovevano essere sottoposti a interventi chirurgici per curare la cataratta. Ed è proprio su questo fatto che il medico ha fatto leva: in cambio del denaro, infatti, li inseriva nelle liste di operazioni da eseguire nell'ospedale di Esine di cui era primario, eludendo quelli che sono di fatto i lunghi tempi di attesa gestiti dal Centro Unico di Prenotazione. Una volta consegnati i soldi e dopo aver fatto eseguire gli esami strumentali preliminari, le operazioni oculistiche venivano effettuate in regime di trenta, quaranta giorni.

Ma non è tutto: sempre secondo l'accusa, infatti, il medico si sarebbe appropriato illecitamente della quota che spettava alle casse dell'Asst Valcamonica, avrebbe redatto certificati medici falsi per il rinnovo di patenti di guida a favore di soggetti senza requisiti fisici necessari e svolto attività di libera professione in forma di intramoenia allargata. Ovvero prestando servizio in uno studio medico privato - di cui sarebbe direttore sanitario - quando sarebbe invece avrebbe dovuto trovarsi in ospedale. Oltre all'arresto, al medico sono stati sequestrati duecentomila euro.

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