Il 14 ottobre sit-in dei precari della scuola davanti alla Prefettura di Bergamo
Sotto accusa il concorso straordinario indetto dal Ministero in piena emergenza sanitaria. Tra le richieste c'è un piano di stabilizzazioni attraverso procedure concorsuali semplificate

La scuola è ripartita, come ogni anno, tra mille polemiche e la paura che i contagi scoppiassero in modo incontrollato. Nonostante le musa scolastiche si siano dimostrate al momento luoghi sicuri, non si placano però le polemiche che vedono coinvolto il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, uno dei più criticati del Governo Conte bis. Ad attaccarla questa volta sono i sindacati e il pomo della discordia è rappresentato dal concorso straordinario per il reclutamento del personale scolastico.
Una procedura che ha suscitato pesanti polemiche tra sindacati e il mondo dei precari che alle 16 di mercoledì 14 ottobre, hanno convocato davanti alla Prefettura un sit-in al grido di “Rendiamo stabile il lavoro”, allo scopo di denunciare i rischi connessi all'avvio del concorso straordinario in piena emergenza sanitaria, rivendicare un piano di stabilizzazioni attraverso procedure concorsuali semplificate e rivendicare un programma di formazione e reclutamento stabile e coerente.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto di mobilitazione nazionale promossa da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams. «La Ministra Azzolina ha deciso di avviare, in un contesto di emergenza sanitaria, le prove del concorso straordinario e di un maxi-concorso ordinario con oltre 500 mila candidati – sottolineano i rappresentanti sindacali Elena Bernardini, Paola Manzullo, Claudio Saetta e Loris Colombo -. Il concorso non produrrà alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre espone la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi e alla possibilità che molti precari, trovandosi in situazione di contagio o quarantena, siano esclusi dalla partecipazione. E non ci saranno prove suppletive».
Ad oggi, il sistema di istruzione italiano sta ancora fronteggiando l'esigenza di coprire oltre 60 mila posti vacanti non assegnati ai ruoli e un numero di supplenze che supera ampiamente le 200 mila unità. «Da settimane l’Ufficio scolastico di Bergamo procede senza sosta per individuare gli oltre 3.600 supplenti necessari alle scuole della provincia, da graduatorie nuove ma tardive e cariche di errori - concludono i sindacalisti -. Oggi la scuola si regge anche sulle spalle di quel 30 per cento di organico precario con un abuso di contratti a termine senza possibilità di abilitazione o di stabilizzazione; condizione sanzionata tra l'altro dalla legislazione europea in materia di diritto del lavoro. Da mesi viviamo la mancanza di disponibilità al confronto da parte del Ministero: le nostre proposte sono rimaste inascoltate e queste decisioni intempestive non risolvono i problemi».