Soffrite di irreparabile gelosia? Occhio alla sindrome di Otello

Non è solo un sentimento acceso che fa guardare il partner con occhi pieni d’amore e con un sano gusto di appartenenza; talvolta la gelosia, perché è questo ciò di cui parliamo, può diventare una malattia, ossessiva e seria, ma comunque curabile, che può avere la sua radice in un forte senso di abbandono vissuto da bambini. È quanto spiega la psichiatra francese Marcianne Blévis nel suo nuovo libro intitolato Gelosia - La malattia del desiderio.
La sindrome di Otello. «Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore!». Così consiglia Iago a Otello, nella celeberrima opera shakespeariana (atto III, scena III). E ancora oggi, naturalmente, chi è colpito da malsana e ossessiva gelosia la vive così: male. Come sentimento morboso nei confronti del partner, che diventa vittima di macchinazioni e supposizioni deleterie. Come fece Otello dinanzi al fatidico fazzoletto di Desdemona, che lo portò addirittura ad ucciderla.
Così, di “diritto”, quello di Otello è un nome che è rimasto incollato addosso a questo sentimento, tanto che i ricercatori parlano – per l’appunto – di Sindrome di Otello. E se questa malattia era già conosciuta dalla scienza, oggi un gruppo di ricercatori del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell'Università di Pisa sarebbe riuscito ad individuare una specifica area del cervello in cui essa insorge, ovvero nella corteccia frontale ventromediale, e a cui sono riconducibili i deliri da gelosia. Non è stato facile arrivare a questa localizzazione, risultato di svariati studi effettuati su pazienti schizofrenici, affetti da alcolismo o da morbo di Parkinson, nei quali le manifestazioni di una eccessiva gelosia delirante sono un tratto comune.
La gelosia malsana. Non è solo sentimento di appartenenza al partner. Bensì ci si trova di colpo annientati, preda di tormenti, fantasmi, dubbi, di una paura irrazionale dell'abbandono e ancora avvinghiati da un intollerabile sentimento di solitudine. E così automaticamente e inconsciamente insorge il desiderio geloso di controllo di ogni comportamento del partner, vedendo l’altro (uomo o donna che sia) come un possibile rivale da attaccare e verso cui sfogare forme di incontrollata aggressività.
È questo il profilo di una vertigine distruttiva che ha alla base tormenti dell'abbandono, vissuti da bambini, e che in età adulta possono tradursi in una passione senza regole e senza freni. Delirante e deviante. Perché a differenza di altri disturbi psichici della stessa natura, le persone che soffrono di questa sindrome della gelosia ossessiva hanno maggiori probabilità di incorrere in comportamenti eccessivi e deviati appunto come lo stalking, il cyberstalking, il sabotaggio o crimini violenti. Quali il delitto passionale, compiuto dal personaggio shakespeariano. E i moderni Otello sono ancora moltissimi: secondo i dati Eurispes, dall’agosto 2012 al luglio 2014, sono stati 320 gli omicidi legati alla gelosia, tra cui 206 femminicidi.
Tutte le facce della gelosia. Possono avere diverse manifestazioni: la prima, e forse la più comune, è quella del sadismo e della possessione, che porta la persona a vivere in una sorta di condizione di pretesa verso un rapporto che dovrebbe essere di scambio reciproco ed equilibrato. Poi ci sono coloro che, preda di una accesa gelosia, immaginano le cose più assurde e infondate, come essere stati traditi senza che però vi siano effettive conferme o atti compiuti. In ultimo c’è l’erotomania, il caso psichiatrico più grave di gelosia delirante, in cui si vantano sul partner dei diritti che non si hanno.
Il rimedio. Per tutte queste forme, la cura però c’è: il primo passo, unito poi ad altri trattamenti specifici e mirati alla forma di gelosia vissuta, è rappresentato dalla comunicazione. Confrontarsi, non mentire può aiutare l’altro a sentirsi sicuro e protetto come nel grembo materno, perché in genere è proprio questa mancanza a causare la maggior parte dei delitti passionali.
Però l’amore non basta per vincere la gelosia: occorre, sempre nell’ambito psicologico, un profondo processo di introspezione, che porta a leggere dentro se stessi e a trovare lì le cause primarie della propria insicurezza. Solo così e grazie alla comprensione da parte dell’uomo o della donna amata, si può sconfiggere la gelosia e vivere la relazione d’amore in serenità. Un percorso non facile, lo riconosce anche la stessa Blévis, che ha definito gli otelliani come persone senza fissa dimora, scisse da ferite diverse che hanno impedito loro l’accesso verso se stessi. E il partner, ci sentiremmo di aggiungere.