Dall'Europa all'Hokkaido

Il sogno di Stalin (e ora di Putin) La Transiberiana fino al Giappone

Il sogno di Stalin (e ora di Putin) La Transiberiana fino al Giappone
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Era il sogno di Stalin, che forse potrebbe diventare realtà. Un sogno al limite della fantascienza allora e al limite della fantascienza anche oggi. Collegare la Siberia al Giappone per allungare quella che è già la più lunga ferrovia del mondo, la Transiberiana. Lo ha rivelato il vice premier russo Igor Shuvalov, nei giorni scorsi a Vladivostock, nei corsi di un vertice tra Putin e il primo ministro nipponico: «Stiamo seriamente offrendo ai nostri partner giapponesi di considerare la costruzione di una tratta ferroviaria da Hokkaido fino al sud di Sachalin».

 

 

Il progetto, da Stalin a Putin. Il progetto era stato auspicato da Iosif Stalin prima che i rapporti tra Russia e Giappone si incrinassero e infatti, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, una parte dell’isola di Sachalin apparteneva al Giappone. La possibilità di collegare l’Eurasia con Sakhalin (oggi tutta russa) non è infatti un progetto nuovo: era stata iniziata la costruzione di un tunnel nel 1950, ma dopo la morte di Stalin nel 1953 la costruzione era stata sospesa. L’idea è riemersa con Putin, nel 2000, ma deve fare i conti con il rapporto costi-benefici: la popolazione di Sakhalin, situata a nord di Hokkaido, ha solo 500mila abitanti. Perciò, l’enorme investimento per la realizzazione non è giustificabile. Per questo, Mosca ha pensato di estendere il progetto della Transiberiana fino a Hokkaido passando attraverso Sakhalin: «Se fosse realizzata questa estensione, la Transiberiana sarebbe piena di treni, perché collegata con il Giappone», ha detto Putin nel 2011.

I due ponti. Per far sì che ciò accada saranno costruiti due ponti: il primo (in realtà un traforo sottomarino di 11 chilometri) che congiungerà la terraferma con l’isola di Sachalin, e il secondo la grande isola del Pacifico settentrionale con il Giappone. In questo secondo caso l’impresa è gigantesca: si sta discutendo circa la creazione di un ponte lungo 28mila miglia (circa 46mila chilometri), o di un tunnel che colleghi Sachalin a Hokkaido. La spesa stimata per la realizzazione di questo progetto ammonterebbe a oltre 6 miliardi di dollari. In questo modo Tokyo e Parigi si triverebbero collegate da una linea ferroviaria di 13.600 chilometri.

 

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Le ragioni commerciali. Ci sono anche interessi commerciali dietro un’idea gigantesca come questa: già oggi il trasporto delle merci dal Giappone a Mosca attraverso la ferrovia Transiberiana è tre volte più veloce rispetto all’attuale percorso europeo. Sono stati i russi volerlo rendere noto con un test svolto dall'Associazione degli operatori della Transiberiana e presentati lo scorso anno al forum sullo sviluppo dei trasporti tra Asia ed Europa, in Giappone. Attualmente le merci giapponesi dirette in Europa vengono spedite via nave e approdan ai diversi porti europei prima di giungere alla loro destinazione finale. Con questa modalità il viaggio del carico dura circa 55 giorni. Con il test fatto dai russi invece è stato provato che, nonostante il trasbordo via mare dal Giappone alla costa siberiana, i tempi sono quasi dimezzati, anche per le velocizzazioni doganali imposte da Putin. Anche da parte giapponese un interesse c’è, perché quel ramo settentrionale delle ferrovie nipponiche è in crisi e non riescono a coprire i costi di gestione.

Due piccoli problemi. Quindi tutto concorre alla realizzazione del sogno di Stalin. Ci sono solo due dettagli non piccoli da superare: le ferrovie giapponesi hanno scartamento diverso. E, soprattutto, Russia e Giappone non hanno ancor un trattato di pace. «Un anacronismo», lo ha definito Putin. Vedremo se è davvero così.

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