Arancia meccanica

Solo violenza, niente soldi: le strane rapine senza bottino del pachistano arrestato in Germania

Lo scorso 20 maggio assaltò una tabaccheria di Fontanella e un negozio di Antegnate. Come armi utilizzò prima un fucile da caccia, poi un taglierino

Solo violenza, niente soldi: le strane rapine senza bottino del pachistano arrestato in Germania
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Delle rapine che non sarebbero delle rapine: ci sono diversi punti oscuri nella vicenda, raccontata da PrimaTreviglio che ha per protagonista Nadeem Nawaz, 24enne pachistano che il 20 maggio dell’anno scorso colpì due esercizi commerciali a Fontanella ed Antegnate, adottando un modus operandi efferato che uno dei titolari ricorda bene, dato che ne porta ancora i segni.

Dopo aver latitato per dei mesi ed essere finito in Germania, nella cittadina di Saarbrüken, in seguito al coordinamento tra carabinieri di Treviglio e polizia federale tedesca è stato arrestato e, dopo un breve periodo di detenzione, è stato consegnato il 9 gennaio scorso alle autorità italiane. Adesso si trova nel carcere di Bergamo in via Gleno, a disposizione dei magistrati in attesa del processo.

La rapina alla tabaccheria di Fontanella

Le azioni di quel giorno dell’individuo, ricostruite dalle forze dell’ordine anche attraverso le immagini delle telecamere, appaiono violente e poco logiche. Gesti che, probabilmente, per gli inquirenti furono dettati dalla dipendenza dalla droga, per la quale voleva forse procurarsi dei soldi. Per questo motivo, aveva sottratto all’imprenditore agricolo per cui lavorava un fucile da caccia calibro 12, con cui quella mattinata alle 11 si era presentato nella tabaccheria “Tonetti” a Fontanella in via Scotti, il volto coperto dalla mascherina, provocando il panico. Tuttavia la madre del negoziante, residente nello spazio retrostante il negozio insieme al resto della famiglia, si era accorta di quanto stava accadendo ed ha dato l’allarme, facendolo scappare.

Il violento colpo al negozio di Antegnate

L’esplosione di violenza vera e propria avverrà però in seguito, quel pomeriggio. Erano le 17,30 ed il pachistano era entrato nel negozio di alimentari “Bianchi” ad Antegnate, in via Manara. Il fucile l’aveva riportato dall’agricoltore senza che se ne accorgesse, forse per evitare di essere scoperto, e si era portato invece dietro un taglierino piccolo ma affilato. Si trova davanti il titolare, il 69enne Angelo Brescianini, che porta avanti da anni l’attività del suocero. Nawaz gli chiede una bottiglietta d’acqua e, quando l’anziano si gira per prenderla, con una mano lo afferra per la fronte, mentre con l’altra, brandendo l’arma, tenta di tagliargli la gola. Anche in questo caso, però, gli va male: l’altro si accorge del pericolo e istintivamente afferra la lama con la mano sinistra, chiudendo al tempo stesso la destra sul polso di quella dell’aggressore per allontanarla.

Nella colluttazione, il rapinatore gli recide il palmo della mano ed i tendini, con conseguenze che durano ancora oggi per Brescianini, che infatti afferma di avere, dopo mesi, problemi motori e di sensibilità al pollice, pur facendo terapia con esercizi appositi. Il criminale si dà poi alla fuga, forse spiazzato dall’esito inaspettato del tentato colpo. «La prima ad accorgersi è stata mia nonna che mi ha chiamato - raccontò al Giornale di Treviglio la figlia Nadia –. Quando sono scesa al negozio, mi sono molto spaventata, c’era sangue ovunque. Fortunatamente mio papà quando ha visto il coltello ha avuto la prontezza di alzare il braccio per difendersi, deviando un colpo che probabilmente l’avrebbe preso alla gola, ferendolo mortalmente». All’epoca, sempre lei aveva confessato i suoi sospetti: «Sono dubbiosa sul fatto che si tratti di una rapina».

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