«No business is forever»

La Sony dice addio agli smartphone Com'è successo e su cosa punterà

La Sony dice addio agli smartphone Com'è successo e su cosa punterà
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«No business is forever», il business non è per sempre. È con questa frase lapidaria che il CEO di Sony Kazuo Hirai ha manifestato l’intenzione della multinazionale giapponese di abbandonare la produzione degli smartphone, gestiti dalla sussidiaria Sony Mobile Communications. La grande concorrenza nel mercato della telefonia mobile, sempre più in mano a colossi come Samsung ed Apple, e soprattutto il bilancio in rosso di 1,63 miliardi di dollari sembrerebbero due dei principali motivi a determinare la presa di posizione di Hirai.

Già lo scorso novembre la compagnia giapponese aveva annunciato un significativo taglio ai dipendenti del settore telefonico, in vista di una sostanziale riduzione di vendite di esemplari a marchio Sony in Cina e di cellulari Xperia nel mercato. Alla base di questa decisione il tentativo di concentrare tutto il business sui televisori; conseguenza: diecimila posti di lavoro in meno.

 

 

Sorprendono le tempistiche della scelta: nel marzo 2014 era stato infatti previsto il lancio del modello Xperia Z4, Z4 Compact e Z4 Ultra sul quale l’azienda di Tokyo sembrava aver puntato molto con la curiosa novità dell’impermeabilità dell’apparecchio. Non sarebbe comunque la prima volta in tempi recentissimi che la compagnia nipponica decide di vendere una parte della propria corporation: il 6 febbraio 2014 infatti Sony ha ceduto il famoso e affermato brand per pc VAIO ai connazionali di Japan Industrial Partners Inc. (JIP), causando in tal modo il licenziamento di circa 5000 dipendenti. Anche in questo caso l’eccessiva concorrenza, un rosso che solo nel settore dei computer ammontava a 395 milioni di dollari e un mercato non più affascinante furono le cause di una decisione drastica e sofferta.

La Sony Mobile Communications. La Sony Mobile Communications è nata nel 2012 come prosieguo della Sony Ericsson Mobile Communications AB (fondata nel 2001). La joint venture è stata creata a inizio millennio per unire l’esperienza elettronica di Sony con quella del settore comunicazione di Ericsson, per contrastare i colossi di allora (Nokia e Motorola).

Il primo cellulare con il nuovo brand è stato il T68i, lanciato sul mercato nel 2002. Dal 2007, con l’avvento di Apple iPhone e la diffusione del sistema operativo Android, la sussidiaria giapponese ha affrontato un periodo di declino che l’ha portata, nel 2010, al quinto posto nelle vendite di cellulari, dopo Nokia, Samsung, LG Electronics e BlackBerry Unlimited. A gennaio 2012 quella che era diventata Sony Mobile Communications, con l’acquisto delle quote di Ericsson, ha lanciato sul mercato i primi smartphone dell’industria nipponica: l’Xperia S e l’Xperia Ion.

 

 

Su cosa punta ora Sony. Due sono i principali prodotti sui quali Sony punterà realisticamente per ripartire: la PlayStation e i televisoni TV 4K. L’azienda ha annunciato che nell’ultimo anno sono stati venduti 18,5 milioni di console e solamente 4,1 milioni nelle vacanze di Natale, inoltre gli abbonati a PlayStation Plus (servizio di abbonamento che permette a chi ha a disposizione una connessione ADSL di usufruire di servizi via internet, oltre che di poter sfidare avversari in rete) sono più di 10,9 milioni. I nuovi televisori TV 4K sono stati presentati ad inizio gennaio ed oltre ad essere ultrasottili promettono un alta qualità della visione, grazie anche al sistema operativo Google Tv basato su Android. Vedremo se la scelta di Hirai sarà quella giusta.

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