La faida

Sparatoria tra rom a Urago d'Oglio, ai domiciliari un cittadino di Ponte San Pietro

A marzo 2022 l'inseguimento tra auto e i colpi di pistola. L'arma ritrovata nel condominio dove abitava uno degli indagati

Sparatoria tra rom a Urago d'Oglio, ai domiciliari un cittadino di Ponte San Pietro
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Si sono aperte stamattina (lunedì 26 giugno) le porte del carcere per il giovane classe 1991 che, lo scorso marzo 2022, aveva esploso dei colpi di pistola in un presunto regolamento di conti tra famiglie rom a Urago d'Oglio, in provincia di Brescia. Gli inquirenti hanno individuato altre quattro persone che sarebbero coinvolte nella vicenda, tra cui anche una residente a Ponte San Pietro, mentre gli altri si trovano a Cislago (Varese) e gli altri due a Mozzate (Como): per loro è scattata la misura dei domiciliari. La vicenda è riportata da PrimaTreviglio.

La faida tra rom

Secondo quanto si è scoperto finora, la faida ruotava attorno a un matrimonio non condiviso. Teatro della vicenda, le vie IV Novembre e Diaz, dove era andato in scena un inseguimento in macchina con tanto di sparatoria, nel corso della quale il lunotto posteriore di una Bmw era andato in frantumi, distrutto dai proiettili.

A fare fuoco, secondo gli investigatori, sarebbe stato il 32enne residente nel comune del Bresciano. Nell'immediato, erano finiti indagati lui e altri due uomini, che viaggiavano a bordo della macchina presa di mira dai colpi di pistola. L'arma era stata ritrovata la mattina dopo, nascosta, in uno spazio comune nel condominio dove viveva il giovane.

L'indagine e gli arresti

L'indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Benedetta Callea: le accuse ruotano attorno a porto e detenzione illegale di armi, tentato omicidio, tentata estorsione aggravata, danneggiamento e lesioni aggravate. Ad eseguire gli arresti c'erano i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Chiari tra le province di Brescia, Bergamo, Como e Varese.

I militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, dopo l'accoglimento dell’appello, presentato dai pm, contro l’ordinanza di rigetto del Gip di Brescia. Il giudice, infatti, aveva respinto la richiesta avanzata dagli inquirenti, divenuta invece esecutiva con la sentenza della Cassazione.

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