«Spero di poter usare la Fiera anche per la vaccinazione di massa». Il Papa Giovanni in attesa del via libera (gratis)
Maria Beatrice Stasi: «I padiglioni di via Lunga, per capienza, accessibilità e organizzazione, sono lo spazio migliore». La requisizione scade però il 30 aprile. E dopo? La palla a proprietà e Promoberg, pronti a dire sì
di Andrea Rossetti
Non lo dice con la stessa perentorietà di Guido Bertolaso, ma il succo è lo stesso: il punto vaccinale alla Fiera di Bergamo è fondamentale se si vuole portare a termine, nei tempi previsti («Entro giugno», cit.) e arrivo di dosi permettendo, la campagna vaccinale anti-Covid di massa.
Maria Beatrice Stasi, direttore dell’Asst Papa Giovanni XXIII, usa la diplomazia, ma il messaggio che fa pervenire a Promoberg ed Ente Fiera Nuova è chiaro: «Mi auguro di poterla usare. I padiglioni di via Lunga, per capienza, accessibilità e organizzazione, sono lo spazio migliore per vaccinare tante persone. Speriamo che, come noi faremo la nostra parte, anche tutti gli altri facciano la loro».
Il nodo della Fiera
Non si tratta di parole casuali. Al momento, infatti, la Fiera è gestita dall’ospedale grazie alla requisizione del prefetto. Che però scade il 30 aprile. Cosa accadrà dall’1 maggio dipende dalla volontà di tutte le parti in causa. Ats Bergamo, su mandato di Regione, aveva trovato una bozza di accordo con Ente Fiera Nuova, proprietaria degli spazi, e Promoberg per prolungare l’utilizzo dei padiglioni, soprattutto per le vaccinazioni, fino alle fine di luglio sulla base di un indennizzo economico. Dieci giorni fa, però, Bertolaso ha cambiato le carte in tavola: Regione non avrebbe tirato fuori un euro per la Fiera. Anche perché non lo fa per nessun altro spazio, sarebbe un esborso ingiustificato.
Questa presa di posizione, molto netta, ha ovviamente causato uno stop nelle trattative in corso. Nonostante ciò, Giuseppe Epinati, numero uno di Ente Fiera Nuova, si è detto sostanzialmente disponibile a un via libera incondizionato («Vaccinare, in questo momento, è la priorità») e sulla stessa linea sarebbe anche Fabio Sannino, presidente di Promoberg. Alcuni soci di quest’ultima, però, starebbero frenando: vorrebbero, anche in ottica “politica”, che il governatore Attilio Fontana ammettesse di essersi rimangiato la parola data. In questo quadro, le dichiarazioni della Stasi diventano importantissime: se a chiedere espressamente l’utilizzo della Fiera è l’ospedale cittadino, e non Regione, è praticamente impossibile dire di no.
Un avvio complicato
Intanto, la Stasi, dopo aver tirato a noi di PrimaBergamo le orecchie per le critiche mosse al Papa Giovanni per le poche somministrazioni effettuate sugli ultraottantenni (al 3 marzo un terzo circa rispetto a quelle effettuate dall’Asst Bergamo Ovest e la metà circa di quelle effettuate dall’Asst Bergamo Est), ha anche ammesso che delle difficoltà ci sono state, aggiungendo poi che ora la macchina organizzativa sta girando sempre meglio. «I dati che avete riportato sono veri, ma il problema è che noi, per la fase 1A e la fase 1 Bis (personale sanitario e liberi professionisti della sanità, ndr), avevamo quasi 14mila persone da vaccinare contro le settemila, ottomila delle altre Asst. E il numero di dosi a disposizione era lo stesso perché, soprattutto a inizio anno, ci sono stati diversi problemi nelle consegne da parte della Pfizer».
Il cambio di passo
Va detto che, dopo un avvio complicato, anche le vaccinazioni degli over 80 effettuate dal Papa Giovanni hanno visto negli ultimi giorni un’importante accelerata. Si è passati da 360 somministrazioni al giorno a quasi mille. (...)