L'immagine della tragedia

Negato anche un pezzo di cielo

Negato anche un pezzo di cielo
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Un’altra foto di quelle che segnano il tempo e sono destinate a restare nella storia: un papà e la sua bambina, morti annegati nelle acque del Rio Grande nel tentativo di varcare il confine tra Messico e Texas. La corrente li ha portati verso la sponda tra la fanghiglia e le canne, con i corpi riversi. Sono due vittime tra le tantissime che hanno pagato il tentativo di varcare questa frontiera sempre più blindata. Quello che distingue questa immagine da tutte le altre ugualmente drammatiche, è quello che tiene stretti il padre e la figlia. Non un abbraccio ma qualcosa di più, perché sono tutt’e due allacciati dalla stessa maglia: forse il padre aveva scelto quell’escamotage per garantirsi che la bambina non venisse porta via dalla corrente. Stanno a faccia in giù, come per un’ulteriore umiliazione: dopo che gli è stata negata la terra sperata, ora viene negato loro anche il cielo.

 

 

 

Certo, vorremmo sapere la storia di questo papà, Oscar Alberto Martinez. Vorremmo sapere con quale speranza nel cuore si era deciso a quell’avventura portandosi la figlia, Angie Valeria. Nel web è circolata una foto di loro due con la mamma. Una foto di una famiglia salvadoregna dall’apparenza felice. Una famiglia straordinariamente giovane, tanto che Oscar Alberto sembra un ragazzo papà, felice per quella sua bambina. Non sapremo mai molto della loro storia, che è così simile a quella dei tanti che in questo momento si trovano nella terribile tenaglia organizzata dal presidente americano Donald Trump. Infatti è di pochi giorni fa la minaccia al Messico di alzare dazi sulle merci esportate negli USA se non fossero state attuate politiche molto più restrittive sui migranti. Dal Messico passano infatti ogni anno migliaia di persone in fuga dai paesi del Centro America, come Guatemala, Honduras e anche El Salvador.

 

 

È stato calcolato che circa il 10% delle popolazioni di questi stati sia già scappato, per le condizioni di povertà e di violenza che rendono impossibile la vita. Scappano dall’arruolamento forzato delle organizzazioni criminali che controllano intere zone di quei paesi. È la regione che presenta i tassi di omicidi più alti al mondo: 64 ogni 100mila abitanti in Honduras e ben 108 a El Salvador. Entrano in Messico dalla frontiera di Tecun Uman, quasi nessuno ha passaporto, perché l’unico documento che loro concesso è una carta d’identità che permette di entrare solo negli altri paesi Centroamericani. Sono organizzazioni che controllano la vita quotidiana, sostituendosi allo stato. Gang legate al mercato della droga, che paradossalmente rifornisce il mercato americano in una situazione di relativa impunità. Si capisce in un contesto così perché un giovane padre voglia sottrarre la figlia che ama dall’incubo di una vita di stenti (a El Salvador il reddito medio è di 5 dollari al giorno) e di violenze diffuse. Non si tratta tanto di inseguire un sogno, ma di fuggire dalla paura. Oggi quella foto ha fatto scattare sdegno e commozione. Ma a quei sentimenti è giusto aggiungere un impegno a capire e conoscere cosa sta accadendo in quelle povere periferie del mondo, dimenticate non solo da Donald Trump...

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