Una diversa versione

Stalking all'ex amante e cimice in ufficio a Dalmine, l'imputato: «Mi tradiva e l'ho lasciata»

Il 40enne, portato a processo dalla dipendente con cui aveva una relazione, chiamato a testimoniare ha raccontato la sua storia

Stalking all'ex amante e cimice in ufficio a Dalmine, l'imputato: «Mi tradiva e l'ho lasciata»
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Accusato di stalking nei confronti dell'ex amante, una sua dipendente in una società di Dalmine, si è difeso in Aula il responsabile dell'azienda, che ha raccontato una versione molto diversa rispetto a quella fornita dalla presunta vittima.

La 36enne aveva riferito che, nel periodo da giugno a novembre 2022, l'uomo l'aveva perseguitata con sms e vocali minacciosi, passando anche più volte sotto casa sua, della madre e davanti all'asilo frequentato dal figlio piccolo. Inoltre, lo incolpava di una cimice trovata sotto un calendario di una scrivania in ufficio, piazzata lì probabilmente per spiarla. Elementi che avevano portato a un divieto di avvicinamento per l'uomo, che lui non ha mai violato.

La versione dell'imputato

Chiamato al banco dei testimoni l'uomo, un ex carabiniere, sposato e con una figlia, ha raccontato di aver visto il suo matrimonio naufragare dopo che la tresca era venuta a galla. Come riportato oggi (mercoledì 13 marzo) da L'Eco di Bergamo, ha spiegato poi che la relazione extraconiugale era iniziata a giugno 2021 ed era andata avanti fino a maggio 2022. Ha inoltre riferito che avevano pensato di rifarsi una vita insieme, ma c'era la questione del bambino piccolo della donna che aveva bisogno del padre. Lei però diceva che la relazione con il compagno era ormai arrivata a un binario morto e che, comunque, l'aveva già tradito altre volte prima di andare con lui.

Il datore di lavoro non ha mancato di riportare anche i dettagli più intimi di questo rapporto clandestino, perché oltre a descrivere la strana atmosfera andatasi a creare in ufficio e i litigi furiosi, ha dato spazio anche agli appuntamenti clandestini in albergo. Eccolo quindi arrivare al racconto del 2 maggio 2022, quando liberatasi dagli impegni familiari gli aveva chiesto di incontrarsi in un hotel di Mapello.

Prima di andare all'appuntamento, la 36enne aveva mandato un messaggio a una collega, dicendole che se non l'avesse vista rientrare avrebbe dovuto chiamare la polizia. Secondo il racconto dell'imputato, dal giorno successivo l'atteggiamento dell'amante cambiò, diventando freddo e distante.

L'amante tradito

Secondo l'uomo, il motivo era che lei frequentava anche un altro uomo, una persona che due volte alla settimana si recava nel loro ufficio per lavoro. In un caso li avrebbe anche sorpresi nella tromba delle scale in atteggiamenti che lasciavano poco spazio a fraintendimenti. Da quel momento, l'imputato decise di troncare la relazione, perché non gli andava di essere uno dei tanti. I messaggi pesanti sarebbero quindi stati quelli in cui le diceva che era finita, mentre le successive minacce di raccontare tutto al suo compagno sarebbero arrivate in risposta a quelle dello stesso tenore da parte della 36enne.

La lite nel parcheggio e la cimice

C'è poi la lite nel parcheggio della ditta, dove la donna sostiene che il suo ex capo abbia preso a pugni la sua auto, lasciando dei segni nella carrozzeria. Per l'imputato, invece, messa alle strette per le sue bugie sarebbe stata lei a colpirlo con una forte sberla (la donna pratica anche un'arte marziale), facendogli per giunta cadere gli occhiali. Per quanto riguarda la cimice, il quarantenne ha detto di non essere stato lui a piazzarla in ufficio, sebbene fosse di sua proprietà: l'aveva comprata per sorvegliare la figlia, che si era messa con un ragazzo più grande durante il lockdown. Poi lasciata nel cassetto della sua scrivania perché non funzionava più.

Infine, l'episodio della Questura: secondo la prima ricostruzione dei fatti, l'uomo aveva seguito la donna fino a lì, dove lei era andato a denunciarlo. Fermato da una guardia all'ingresso, lui aveva riferito di essere con lei. Innanzi alla smentita - e alla conseguente denuncia - della 36enne, l'uomo era stato foto segnalato. Nel racconto dell'imputato, invece, lui si trovava lì perché lei lo aveva chiamato dicendogli che il padre del suo bambino l'aveva lasciata per colpa sua e che adesso, per questo, lo avrebbe rovinato. La prossima udienza è fissata al 22 marzo.

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