In attesa della piazza?

Stezzano, quei cartelli turistici da anni sepolti in magazzino

Stezzano, quei cartelli turistici da anni sepolti in magazzino
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Paline informative negli angoli storici del paese per valorizzarne il patrimonio artistico, culturale e turistico. È questa l’idea che da qualche anno sta frullando nel cervello di Antonio Lamera. D’altronde, nessuno meglio di questo 82enne, fervida mente del gruppo di ricerca «Stezzano, la Storia», ha memoria del ricco passato stezzanese.

E così, non appena gli sono balzate all’orecchio le recenti dichiarazioni dell’assessore al Turismo Giovanni Calabria in merito alla necessità di dare lustro ai numerosi elementi artistici presenti sul territorio, è andato su tutte le furie. Già, perché Lamera una proposta all’amministrazione in questo senso l’ha avanzata da tempo: «Forse l’assessore non ricorda che come Gruppo abbiamo ideato e trovato lo sponsor per far realizzare, praticamente a costo zero, 11 paline di metallo indicanti i luoghi storici di Stezzano stilate in un modo unico in Italia, almeno io non ne ho mai viste fatte in questo modo. Sono pronte da parecchi mesi, sono solo da installare».

 

 

Eppure, dopo sette anni, il suo progetto non ha ancora visto la luce. Le paline sono accatastate da mesi nel magazzino del Comune in via XXV aprile. Il motivo? Si attende il rifacimento di piazza Libertà. Una giustificazione che tuttavia a Lamera proprio non è andata giù: «Mi sono recato in Comune per chiedere lumi e la risposta è stata: “C’è in ballo la sistemazione della piazza, lo faremo dopo”. Ma quando? Fra alcuni anni?». In effetti, calendario alla mano, i tempi di realizzazione di quest’opera da 2.564.500 euro non sono certo rapidi. Se è vero che a febbraio la sovrintendenza di Milano ha espresso il suo parere favorevole, è altrettanto vero che non esiste ancora un progetto esecutivo. Il cantiere partirà in autunno e i lavori, divisi in tre lotti, dureranno almeno sei mesi. Ma Lamera è pessimista: «Secondo me ci vorranno almeno due anni». E poi prosegue: «Le paline sono 11 e solamente tre devono essere sistemate nella piazza. Che bisogno c’è di aspettare? Le altre 8 potrebbero essere sistemate subito perché riguardano luoghi esterni alla piazza. Ho sollecitato questa soluzione e mi hanno risposto che mi diranno qualcosa a breve».

 

 

L’idea dell’amministrazione, nel nuovo progetto di riqualificazione, è quella di ricostruire, con l’ausilio di targhette o chiodi di ottone piantati nella pavimentazione, gli ingombri degli immobili che occupavano piazza Libertà nel 1700. In un simile contesto le paline di Lamera rientrerebbero ad hoc. Senza contare i numerosi altri punti di interesse artistico e culturale che caratterizzano Stezzano. Il paese si presenta infatti come un borgo agricolo fortificato di origine medioevale che, dalla fine del XIX secolo a oggi, ha mantenuto la quasi totale integrità del suo tessuto urbano ed edilizio. Il centro storico è ricco di palazzi d'epoca, corti agricole e quattro grandi ville nobiliari del XVII secolo: Moroni, Zanchi, Morlani e Grumelli-Pedrocca.

 

 

La storia di queste famigerate paline è cominciata nel 2010: «Il maestro Carlo Zoccoli, che fa parte del mio gruppo di ricerca, ha avuto l’idea insieme a me di realizzare delle targhe turistiche con la descrizione dei posti in rima - ricorda Lamera - Ho avuto il primo contatto con l’amministrazione per proporre questo progetto il 25 giugno 2010. Allora mi dissero di portare le foto del progetto e, dopo aver stilato un preventivo, ci avrebbero fatto sapere. A scusante c'è da dire che dopo ci fu lo scandalo della ragioniera del Comune che si appropriò di circa 900mila euro e che un coimputato era il comandante dei vigili con il quale avevo parlato del mio progetto insieme alla sindaca. Fatto sta che sono passati quasi sette anni e ancora le targhe non sono state installate. Non è un problema economico perché ho trovato pure lo sponsor della Banca popolare di Bergamo che è stata subito lieta di finanziarci. Nel giro di un mese Zoccoli ha scritto in rima le didascalie. Le paline sono di metallo e sono state realizzate lo scorso anno dalla stamperia Nobili di Comun Nuovo. In Comune mi hanno anche tirato matto per cambiare il logo e per modificare le poesie ritenute incomprensibili in certi punti. E poi? Mi dicono di portare pazienza ma è assurdo. Ho persino pensato di farle installarle personalmente con l’aiuto di un operaio ma poi ho desistito per non creare problemi».

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