Stop alla bicicletta «per allenamento o divertimento»
La Federazione ciclistica italiana ha comunicato che non è più possibile girare in bicicletta «per allenamento o divertimento». La Fci ha preso questa posizione chiara che, di fatto, impedisce a cicloamatori e cicloturisti di salire in sella alla propria bicicletta in base al decreto del governo dell’8 marzo in cui si dice che è possibile muoversi solo per «Comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute». La federazione suggerisce ai ciclisti amatori che si preparano per le gare che riprenderanno - si spera - prima dell’estate, di «pedalare in casa sui rulli».
Intanto, fino al 3 aprile, ogni attività agonistica è sospesa, comprese le grandi classiche come la Milano-Sanremo. Ma soprattutto c’è una considerazione sopra le altre: andare in bicicletta espone a un margine di rischio superiore a quello della semplice camminata, il rischio della caduta o del banale incidente, il rischio di rompersi una caviglia o un polso, per dire. Una sciocchezza del genere richiede di andare al pronto soccorso e in questo momento non è proprio il caso. Per non rivolgerci a strutture che sono già al collasso e per evitare di raggiungere luoghi dove il rischio di contagio è elevato. E comunque, scrive la Fci: «È un fatto di rispetto per gli altri: come persone e come ciclisti possiamo fare la nostra parte».