"Tabacco Selvatico", arresti a Brescia e perquisizioni a Bergamo contro la 'Ndrangheta
Le indagini erano iniziate nel maggio 2020 con il sequestro di 40 tonnellate di tabacco e materiale per sigarette contraffatte
Nelle prime ore della mattinata di oggi, lunedì 4 ottobre, è scattata l'operazione di Carabinieri e Guardia di Finanza denominata "Tabacco Selvatico", con lo scopo di colpire gruppi della criminalità organizzata del Nord Italia.
Come riportato anche da PrimaBrescia, sono cinque le misure di custodia cautelare in carcere eseguite in altrettante località: Brescia, Flero, Nuvolera, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Ventisette invece le perquisizioni in provincia di Bergamo, Brescia, Lucca, Verona e Ferrara. Impiegati nell'operazione duecento militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Brescia, unitamente a personale del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, con il supporto dei rispettivi Comandi competenti per territorio. Le indagini di polizia giudiziaria sono state condotte anche all’estero con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della DCPC (Direzione Centrale Della Polizia Criminale), di Europol e di Eurojust.
L’attività è stata coordinata dalla Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo (Dna) con operazioni svolte anche in altre regioni d’Italia. L’indagine è stata avviata nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento e sequestro di quarantadue tonnellate di tabacco, di provenienza estera, del valore di circa 8 milioni di euro e di macchinari per la lavorazione del tabacco e il confezionamento di pacchetti di sigarette, operato dal Gruppo Guardia di Finanza di Brescia e dalla Compagnia Carabinieri di Verolanuova.I successivi sviluppi investigativi, curati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – G.I.C.O. della Guardia di Finanza Brescia e dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo Carabinieri Brescia, sotto il coordinamento della medesima Procura, avevano portato 30 luglio 2020 ad un arresto per usura. In seguito, il 4 agosto, addirittura al rinvenimento di una bomba a mano di fabbricazione jugoslava, di una pistola Glock cal. 9X21 rubata e di una pistola cal. 22LR clandestina senza matricola. Il 21 agosto c'era stata la custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Brescia, nei confronti di due persone responsabili di acquisto, trasporto e detenzione di 57 tonnellate di tabacco lavorato estero di contrabbando, della produzione di sigarette e della contraffazione di marchi, oltre che di evasione fiscale per circa 600 mila euro e detenzione e porto di armi clandestine e da guerra. Il 24 agosto in Slovenia, dopo l’emissione di un mandato di arresto europeo, era stata eseguita la custodia cautelare in carcere nei confronti di una terza persona ritenuta responsabile, in concorso con gli altri, dei medesimi reati. Infine, il 12 settembre c'era stato il rinvenimento di un'altra bomba a mano.
Le cinque persone arrestate sono ritenute responsabili di aver detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni e da guerra, tra cui delle bombe a mano, con l'intenzione di assassinare un ex affiliato della 'Ndrangheta. Il piano era stato ordito da una famiglia con base nella provincia di Reggio Calabria e puntava ad eliminare un pregiudicato di origine calabrese, residente in un’altra provincia del Nord Italia, in passato legato alla cosca. L'attentato sarebbe motivato da antiche faide maturate in quel contesto criminale.