Tagliati 67 pini marittimi centenari. E a Dalmine si scatena la bagarre
Abbattuti per rifare i marciapiedi e dare spazio ai parcheggi. Il sindaco Bramani: «Era l'unica soluzione per la sicurezza». Longaretti (Pd): «Disboscamento alla Bolsonaro»
di Laura Ceresoli
Ancora tagli di alberi a Dalmine. Dopo l'abbattimento delle piante presenti nel giardino dell'Istituto Einaudi per far spazio alla nuova rotatoria, in questi giorni è toccato ai 67 pini marittimi secolari di via Trieste. Una scelta amministrativa che ha subito scatenato i malumori dei residenti del quartiere Garbagni. E sui social i cittadini si dividono.
«Che tristezza - commenta Giuseppe -. Ha tagliato più piante questa amministrazione in due anni di quante ne abbiano tagliate le precedenti in vent'anni». Interviene Michele: «A Milano stanno trasformando i parcheggi in aree verdi, qui il contrario». Preoccupata anche Mariarosa: «Alcune piante con poca radice potevano teoricamente essere pericolose per le case adiacenti, ma la cosa grave è che hanno tolto anche quelle secolari e sane all'inizio della via vicino al rifugio e non hanno detto nulla agli abitanti...».
Alcuni cittadini difendono però la scelta del Comune: «Purtroppo le radici avevano reso il manto stradale impraticabile. Potevano tagliare quelle sui viali ma non quelle dell'area antistante il quartiere. Non ritengo comunque sia un capriccio ma una necessità», spiega Grazia. Monica addirittura dice di aver fatto fatica a uscire di casa negli ultimi tempi a causa delle lunghe fronde dei rami che si incurvavano in prossimità delle abitazioni: «Ricordo che alla materna è crollato anche un muro per colpa di un ramo a cui non hanno mai fatto manutenzione». La stessa cosa è successa anche in viale Locatelli parecchi anni fa, come racconta Claudio: «Hanno aspettato che una pianta cadesse su una macchina prima di intervenire. Certo poi è stato creato un viale alberato di prim'ordine».
Critico Massimo Longaretti (Pd Dalmine): «L'abbattimento dei pini marittimi in via Trieste è un provvedimento comprensibile solo in parte. Di sicuro l'apparato radicale delle piante ha sollevato in alcuni tratti il manto stradale, rendendolo poco praticabile. Avrei quindi capito interventi mirati, trovo invece grave il disboscamento alla Bolsonaro. Soprattutto rifiuto totalmente l'argomento della sosta delle auto. Di spazio per la sosta civile e sicura ce n'è in abbondanza e più di quanto si possa immaginare. La sosta in mezzo alla strada o sul marciapiede, per avere il Suv fuori dall'uscio, non è accettabile e non giustifica l'abbattimento degli alberi. Alberi che, a dispetto dell'età, hanno retto bene la tromba d'aria. Alberi di grande valore estetico, cifra stilistica del centro storico di Dalmine, forse un unicum nella Bergamasca. Alberi belli e profumati, ci passi a fianco e ti sembra essere al mare. Abbatterli per l'ennesima operazione simpatia di quartiere, tipo via Verdi, mi trova in forte disaccordo».
I consiglieri di Nostra Dalmine Fabio Tiraboschi e Alice Melocchi hanno invece accolto positivamente l’intervento perché «va a risolvere una situazione di pericolo e accoglie una richiesta (sensata) dei cittadini che abitano la via»: «Rifiutando le motivazioni che richiedono maggiori parcheggi nel quartiere - precisano - rimangono questioni di sicurezza fondamentali che non potevano essere ignorate. Rimane una certa tristezza e rammarico per un pezzo della storia della nostra città che viene sradicato».