I tanti misteri attorno al caso del terribile omicidio di Seriate
Ancora tanti, troppi enigmi da risolvere prima di poter dare un volto e un nome all'assassino di Gianna Del Gaudio, l’ex insegnante 63enne uccisa 40 minuti dopo la mezzanotte di venerdì 26 agosto nella cucina della villetta a schiera di piazza Madonna delle Nevi 4, a Seriate, dove abitava con il marito Antonio Tizzani, 68 anni, ex ferroviere. L’esame autoptico, svolto martedì all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo e durato ben 4 ore, ha confermato le prime ipotesi sull’omicidio: l’unica ferita, un profondo squarcio alla gola, è risultata mortale, ma il dottor Andrea Verzelletti dell’Università degli Studi di Brescia non si è sbilanciato sul tipo di arma utilizzata. La certezza è che la donna non si sarebbe difesa. Probabile, dunque, che l'assassino l'abbia colta alle spalle. In realtà, però, il buio regna ancora anche sulle ultime ore di vita della donna. Gli inquirenti, oltre che indagare sull'omicidio, stanno infatti cercando di ricostruire i momenti antecedenti alla morte dell'ex insegnante.
La versione del marito. Il caso si è dimostrato, sin da subito, complesso e misterioso. Nell'abitazione non ci sono segni di effrazione e l’arma del delitto non è stata rinvenuta. L’unico sangue sul luogo del delitto, oltre alla pozza in cui è stata trovata la vittima per il taglio mortale lungo il collo, è su una tenda bianca. Due grosse macchie scure, accompagnate da altre più piccole su una finestra di alluminio. Per questi motivi la ricostruzione fornita agli inquirenti dal marito della donna lascia più di un dubbio. Tizzani racconta di aver sentito gridare la moglie e di essere corso in casa. Lì ha trovato la donna con la gola squarciata e un uomo vestito di scuro, con un cappuccio in testa, intento a frugare nella stanza. Scoperto, l’assassino si sarebbe dato alla fuga scappando dalla porta finestra sul retro e imboccando il vialetto pedonale che collega via Pizzo Formico con via Adamello. Il marito ha dunque chiamato immediatamente il 112 e sul posto sono arrivati i Carabinieri delle tenenza di Seriate e quelli del Reparto operativo di Bergamo. Da quel momento, di fatto, hanno preso il via le indagini coordinate dal pm Laura Cocucci. Al momento l'unico indagato è proprio Tizzani, sebbene le forze dell'ordine abbiano sottolineato che si tratta di un atto dovuto, a sua stessa tutela e per permettere agli investigatori ulteriori indagini.
I dubbi circa la versione di Tizzani. C'è stato davvero un ladro all'interno dell'abitazione? Gli inquirenti dubitano di questa ipotesi e non sono soli. Il 2 settembre, infatti, L'Eco di Bergamo riporta la testimonianza di una vicina di casa della coppia, che dice: «Non credo sia stato Antonio ad ucciderla, anche se la versione del ladro che entra e ammazza mi pare un po' improbabile». Proprio dalle testimonianze dei vicini di casa, nel frattempo, sta passando l'indagine. Questa stessa donna, amica della coppia, riferisce di aver sentito, la notte dell'omicidio, una donna urlare, «come se si volesse difendere». Gli inquirenti, però, pensano che quella voce femminile possa essere anche quella della nuora della vittima, accorsa sul luogo del delitto insieme al marito dopo essere stata avvisata da Tizzani. Più certezza, invece, c'è circa un'altra voce sentita quella notte da più persone. Delle grida poco chiare prima della scoperta del cadavere. A emetterle sarebbe stato proprio il marito della vittima con la sua inconfondibile voce baritonale, hanno raccontato. Al riguardo la domanda è: si trattava delle grida di un uomo che si trova faccia a faccia con un ladro o quelle di una persona furente che stava per uccidere qualcuno? Una delle ipotesi in campo, infatti, è che Tizzani abbia ucciso la moglie dopo un litigio. Al momento, però, questa tesi non trova conferme: la voce della Del Gaudio non si sarebbe mai sentita, a differenza di quella del marito. Inoltre, fino alle 24, la copia era rimasta a tavola insieme al figlio Mario e alla sua compagna. Una cena tranquilla, senza alcun motivo di scontro.
La ricerca delle tracce di sangue e dell'arma del delitto. Il giallo, dunque, resta. La speranza è che delle risposte arrivino dai Ris, che hanno svolto un lungo sopralluogo nella villetta nei giorni scorsi. In particolari gli uomini della scientifica starebbero analizzando i tubi di scarico dell'abitazione per rinvenire tracce di sangue. L'ipotesi è che l'assassino si sia lavato via il sangue dopo l'aggressione, anche perché in giro non sono state trovate altre tracce ematiche. Di certo su Tizzani non c'era traccia di sangue e non presentava ferite di alcun tipo, elementi che giocano a suo favore. Un altro elemento che potrebbe aiutare le indagini sarebbe l'arma del delitto, al momento ancora non rinvenuta. I Ris hanno perlustrato sia il giardino dell'abitazione e che le zone limitrofe armati di metal detector. Ma niente. E dunque si teme che l'assassino sia riuscito a far sparire l'arma del delitto, magari gettandola nel Serio. Il fiume, infatti, dista soltanto 4 minuti e qualche secondo dall'abitazione dove è avvenuto l'omicidio. Se veramente l'arma fosse finita sul letto del fiume, recuperarla sarebbe praticamente impossibile. E risolvere il giallo della morte di Gianna Del Gaudio sarebbe ancora più complicato.